Emergenza liquidità, italiani in coda al banco dei pegni: aumento di richieste del 30 per cento

Emergenza liquidità, italiani in coda al banco dei pegni: aumento di richieste del 30 per cento

Gli italiani impegnano l’oro di famiglia ricorrendo al banco dei pegni, al fine di remunerano un po’ di liquidità per far fronte alle difficoltà economiche.

Gli italiani tornano al banco dei pegni. E’ uno degli effetti delle difficoltà economiche indotte dal lockdown. La mancanza di liquidità induce sempre di più le famiglie del Belpaese a impegnare i preziosi.

Il ricorso al banco dei pegni

A fronte dei tempi delle banche nel concedere i prestiti garantiti dallo Stato e del caos dei 600 euro per gli autonomi, nonché alla cassa integrazione, il banco dei pegni offre la soluzione immediata di ottenere liquidità. Del resto, rientrano tra le attività finanziarie ritenute essenziali dal Governo. Le immagini delle code agli sportelli fin dalle prime ore del mattino fotografano bene la situazione.

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Richieste in forte aumento

Al momento abbiamo notato la presenza di nuovi clienti e siamo consapevoli che nelle prossime settimane si possa registrare un incremento della clientela. Siamo consapevoli che in questa fase possa esserci esigenza di liquidità per i cittadini e per questo motivo è stata sospesa la messa in asta di tutte le polizze scadute e non rinnovate nel periodo compreso tra inizio gennaio 2020 e la fine di aprile 2020“. Così ha raccontato a AdnKronos Rainer Steger, direttore generale di Affide, la più importante società di credito su pegno in Italia.

Mediamente, quindi, si registra un aumento di almeno il 30% delle richieste, peraltro in tendenziale rialzo già prima del Covid-19. Al 2019 erano 124mila gli italiani che si rivolgevano al banco dei pegni, per un giro di affari di 800-900 milioni di euro di affidamenti, per ottenere un prestito medio di mille euro.