L’Unione europea discuterà nel 2024 le questioni sull’emergenza migranti, intanto la Germania si muove da sola.
L’ondata di sbarchi continua incessantemente e per i mesi estivi la situazione potrebbe peggiorare. Ma nonostante ciò l’Unione europea rinvia le discussioni sull’emergenza migranti al prossimo anno. “Qualcosa di più di uno schiaffo al governo Meloni”, sostiene Repubblica.
Emergenza migranti, rinvio al 2024
“Emergenza migranti? Se ne parla nel 2024”, è la conclusione che arriva dall’Unione europea. Questa è la prova che ancora una volta una delle emergenze più discusse non avrà risposte concrete in tempi brevi. Durante la riunione del Coreper (comitato che riunisce i Rappresentanti permanenti di tutta l’Unione europea), l’Ue ha annunciato tragicamente che la questione sarà ridiscussa la prossima primavera.
Un esito drammatico per l’Italia di certo. Intanto gli Stati membri sono stati invitati a dialogare in modo costruttivo sulle questioni relative alle migrazioni, che non verranno quindi risolte entro l’estate, come dichiara il portavoce capo dell’esecutivo Ue Eric Mamer.
Dopo le accuse del ministro francese Gérald Darmanin contro il governo Meloni, Mamer afferma: “Sono questioni che riguardano tutti gli Stati membri, sulle quali la Commissione ha fatto delle proposte molto concrete dal punto di vista legislativo e anche un piano d’azione specifico. Pensiamo che si debba incoraggiare un dialogo continuo tra gli Stati membri”.
Le richieste di asilo di Berlino
D’altra parte però, la Germania ha deciso di procedere autonomamente. Cinque giorni prima del vertice sulla gestione dei migranti nell’ufficio del cancelliere Scholz, i due ministri-chiave della Germania si sono schierati a favore del giro di vite sulla politica di asilo dell’Ue. A Berlino la parola d’ordine è “inasprire le attuali regole per limitare l’arrivo di rifugiati”.
Il ministro delle Finanze e leader del partito liberale Christian Lindner, insieme alla ministra dell’Interno della Spd Nancy Faeser, ha spiegato: “Garantiremo l’identificazione, la registrazione e uno screening affidabile dei migranti già alle frontiere esterne”. Le richieste di asilo saranno dunque esaminate nei paesi terzi fuori dall’Ue.