Durante un intervento al Festival della TV di Dogliani, Enrico Mentana commenta i recenti addii di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata.
La serie di pezzi da Novanta che hanno lasciato la Rai di recente, dall’addio di Fabio Fazio dopo 40 anni di servizio pubblico alla dipartita di Lucia Annunziata, hanno suscitato un’ondata di polemiche.
Ma Enrico Mentana entra discretamente sul dibattito riguardo alle nomine dei nuovi vertici di Viale Mazzini da parte della maggioranza al governo.
Mentana e gli episodi sulla Rai
“Io credo che non ci sia niente di meglio che interrompere i rapporti senza fare scene madri, senza fare i martiri o far credere che con te o senza te la democrazia sia in pericolo. Nessuno di noi è insostituibile. Se accetti di lavorare in Rai sai che ci sono i partiti“, chiosa Enrico Mentana durante il Festival della TV di Dogliani.
Il direttore del TgLa7 parla così di “spoil system“, spiegando che “ogni volta ci sarà qualcuno che tenta di mettere i suoi uomini o le sue donne ma non c’è mai lesione della democrazia”. Poi aggiunge: “Nessuno è nato con la missione divina di fare giornali o trasmissioni: un po’ ce li siamo conquistati, un po’ siamo scesi a patti. Ma non esiste né il diritto di restare né di epurare“.
“Andare via dalla Rai non è una perdita”
Parlando con Aldo Cazzullo, Mentana commenta i recenti episodi sostenendo che il pubblico non avrà nessun cambiamento. “Come possiamo pensare che andare via dalla Rai nel 2023 sia una perdita?“, chiede con sarcasmo. “Lo è se uno viene cacciato e ha un marchio di infamia, ma”, riferendosi al contratto di Fazio con il Nove, “si fa almeno in tre mesi, non in due giorni”.
Il direttore del TgLa7 ammette che “siamo governati dalla destra, ma stiamo parlando di un partito che ha vinto le lezioni dopo esser stato 10 anni all’opposizione: o crediamo alla democrazia o no”. Secondo Mentana “tutti siamo onesti lavoratori: nessuno ha il diritto inalienabile di essere sempre in onda”.
A differenza di Fazio, Lucia Annunziata non ha un’altra TV in cui andare: “Se ne è andata dignitosamente dicendo però che non accetta questo governo”. Se lo può permettere”, dice il presentatore de La7, precisando che “non puoi lavorare nel servizio pubblico e dire di non accettare chi governa“.