Luigi Di Maio e alfonso Bonafede contro la sentenza della Corte di Strasburgo sull’ergastolo ostativo: “Siamo fermamente contrari”.
La sentenza della Corte di Strasburgo, che ha respinto il ricorso dell’Italia sull’ergastolo ostativo, ha scatenato una dura reazione da parte del Movimento 5 Stelle, In prima linea contro la sentenza ci sono il leader pentastellato Luigi Di Maio e il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Ergastolo ostativo, la sentenza della Corte di Strasburgo
La Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso dell’Italia sul caso Viola. Con una sentenza datata lo scorso mese di giugno, la Corte aveva definito l’ergastolo ostativo, ossia senza permessi premi e concessioni, come un provvedimento lesivo per i diritti dell’uomo. L’Italia aveva deciso a quel punto di presentare ricorso sostenendo la bontà del proprio impianto normativo, secondo cui i permessi premi e altre agevolazioni sono da concedere solo nel caso in cui il detenuto collabori con la giustizia. La Corte di Strasburgo ha respinto il ricorso chiedendo alle autorità italiane di riformare la legislatura in materia.
Luigi Di Maio contro la Corte di Strasburgo sull’ergastolo ostativo: “Qui piangiamo ancora i nostri eroi, ma stiamo scherzando?”
Durissimo l’attacco di Luigi Di Maio, che ha voluto commentare la decisione con un post pubblicato sulla propria pagina Facebook.
“Oggi la Corte di Strasburgo ci dice che l’ergastolo ostativo viola i diritti umani e che dovremmo riformarla. Ma stiamo scherzando? Se vai a braccetto con la mafia, se distruggi la vita di intere famiglie e persone innocenti, ti fai il carcere secondo certe regole. Nessun beneficio penitenziario, nessuna libertà condizionata. Paghi, punto. Qui piangiamo ancora i nostri eroi, le nostre vittime, e ora dovremmo pensare a tutelare i diritti dei loro carnefici? Il M5S non condivide in alcun modo la decisione presa dalla Corte“.
Bonafede: “Faremo valere le ragioni del governo italiano”
Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha criticato la sentenza della Corte di Strasburgo: “Non condividiamo nella maniera più assoluta questa decisione e faremo valere le ragioni del governo italiano e di una scelta che lo Stato ha fatto tanti anni fa: una persona può accedere ai benefici a condizione che collabori con la giustizia“.