La Maturità è ormai alle porte. Fanpage.it, ha risposto ad alcune domande, sulle potenziali tracce di prima prova. Interpellato Paolo Magri.
L’intervista di Fanpage.it a Paolo Magri, vicepresidente e direttore dell’Ispi (l’Istituto di studi di politica internazionale), rispetto ai potenziali contenuti della prima traccia, legati all’Esame di Stato 2022.
La prima prova dell’esame di Maturità di quest’anno, verrà eseguita mercoledì 22 Giugno. Al via i prognostici rispetto ai contenuti di questo primo challenge, che il Ministero potrebbe prevedere in sorteggio.
Nell’ambito di un sondaggio, eseguito da Skuola.net, parrebbe che il conflitto in Ucraina, sia uno tra gli argomenti in cima alla lista, rispetto alle potenziali tracce maggiormente accreditate.
Nell’ambito del contenitore “Lezioni di Maturità“, ideato da Fanpage.it e trasmesso sia su Facebook che su Youtube, il tema è stato trattato dallo stesso Paolo Magri, direttore dell’Ispi, nonchè vicepresidente dello stesso. Nell’ambito di una breve intervista rilasciata per Fanpage, Magri ha dettagliato i motivi legati all’invasione russa del territorio ucraino, prospettando eventuali scenari avvenire.
La Russia invade l’Ucraina: perchè?
Stando all’opinione di Magri, il Cremlino non avrebbe mai dettagliato i motivi dell’invasione russa dell’Ucraina.
Secondo Magri, infatti: “Sembrava che l’obiettivo dei russi fosse quello di fare pressione sull’Europa e l’America, affinché obbligassero l’implementazione degli accordi di Minsk, quelli presi dopo l’annessione della Crimea ma mai rispettati, e al tempo stesso portarle a ridiscutere della presenza Nato in Europa.
Fino a quel momento, qualche ragione la Russia poteva ancora averla, perché in effetti la Nato è schierata in Europa come se ci fosse ancora l’Unione sovietica e in Ucraina la soluzione che l’Europa aveva trovato con gli accordi di Minsk, non si è mai attuata. Ma da lì in poi, con l’invasione di un Paese terzo e la narrativa di Putin sulla denazificazione dell’Ucraina, finisce quel poco di ragione che Mosca aveva. Qualunque errore che può aver commesso l’Occidente, non giustifica un’operazione che ha distrutto metà dell’Ucraina, prodotto 15 milioni di sfollati e rifugiati e migliaia di morti. Sia tra gli ucraini, che tra i giovani soldati russi, mandati a compiere questa cosiddetta operazione speciale”.