Francesco Mango, titolare del furgone esploso a Guastalla, è stato condannato per incendio e omicidio colposo.
Risale al 2013 la tragedia che ha visto coinvolte le tre donne, familiari del titolare del furgone ambulante. Dopo l’esplosione avvenuta nella piazza di Guastalla, anche diversi feriti ed ustionati. Dopo un lungo processo di indagini, Francesco mango viene arrestato con l’accusa di neglicenza, e di incendio e omicidio colposo. Adesso il 64enne si trova in carcere a Sant’Ilario.
La tragedia
Risale al 9 marzo 2013 l’esplosione della rosticceria ambulante nella piazza del mercato di Guastalla (Reggio Emilia). Le cause riguarderebbero un problema all’impianto del gas collegato alle bombole usate per alimentare i forni per la preparazione degli alimenti. Nell’incidente hanno perso la vita alcuni familiari di Francesco Mango, il 64enne titolare del furgone, e sono rimaste gravemente ustionate una dozzina di persone che si trovavano nelle vicinanze.
Nella tragedia erano rimaste coinvolte la figlia 27enne Rossana, la moglie 49enne Teresa Montagna e la cognata 43enne Bianca Maria Montagna. L’uomo tempo fa raccontò che la sua pena più grande la stava vivendo ogni giorno, dopo aver perso i suoi cari. “È inutile girarci intorno: sono morte tre persone. Con questo dolore e con il senso di colpa dovrò convivere per sempre”, aveva detto Mango.
L’arresto di Francesco Mango
Dopo un lungo iter giudiziario, lo scorso anno Mango è stato condannato a 5 anni e 8 mesi di reclusione in riforma della sentenza di condanna del luglio del 2017 comminatagli in primo grado dal tribunale di Reggio Emilia. L’accusa è di incendio e omicidio colposo. Era stato condannato per negligenza, nell’aver usato quattro bombole anziché tre previste, e per errori nella manutenzione e nella sostituzione delle parti usurate.
Il 10 novembre scorso la pena è diventata esecutiva dopo che la Corte di Cassazione ha rigettato il ricordo. Adesso il 64enne risiede nel carcere di Sant’Ilario.