Eutanasia, dalla Camera sì a morte medicalmente assistita

Eutanasia, dalla Camera sì a morte medicalmente assistita

Dopo la bocciatura del referendum da parte della Consulta, la questione è tornata in Parlamento.

Lo stesso presidente della Corte Costituzionale Amato aveva esortato il Parlamento a legiferare su una questione così delicata e richiesta dai cittadini. Un quesito che non poteva risolversi con un semplice referendum abrogativo di un articolo del codice penale. Sul tavolo della Camera è quindi ritornata la proposta di legge sul fine vita. La Camera ha dato il via libera con 223 sì contro 168 no all’articolo 2 relativo alla morte volontaria medicalmente assistita.

Questo articolo definisce le finalità della legge e recita: “Si intende per morte volontaria medicalmente assistita il decesso cagionato da un atto autonomo con il quale, in esito al percorso disciplinato dalle norme della presente legge, si pone fine alla propria vita in modo volontario, dignitoso e consapevole, con il supporto e sotto il controllo del Servizio sanitario nazionale”. Si precisa che: “l’atto deve essere il risultato di una volontà attuale, libera e consapevole di un soggetto pienamente capace di intendere e di volere”. Inoltre “Le strutture del Servizio sanitario nazionale operano nel rispetto dei seguenti principi fondamentali: tutela della dignità e dell’autonomia del malato; tutela della qualità della vita fino al suo termine; adeguato sostegno sanitario, psicologico e socio-assistenziale alla persona malata e alla famiglia.

Avvocato ufficio legge

Primo passo verso l’eutanasia

Primo passo verso l’eutanasia è stato fatto alla Camera, sperando che non vi siano intoppi nel proseguire del processo legislativo. Le proteste seguite alla decisione della Consulta e il numero di firme raccolte per arrivare alla Corte Costituzionale dimostrano la ferma volontà popolare di adeguare il sistema alle esigenze delle persone. La lotta di Marco Cappato e l’associazione Luca Coscioni non si è fermata e come ha sottolineato non si fermerà. La stessa Consulta aveva fatto passi avanti in questa direzione con la sentenza Cappato riguardo alla vicenda di Dj Fabo. Ma il processo è ancora lungo.