Denise Pipitone, ex magistrata condannata per depistaggio

Denise Pipitone, ex magistrata condannata per depistaggio

L’ex magistrata che si occupò del caso della scomparsa della piccola Denise Pipitone nel 2004 è stata condannata a un anno di reclusione.

Ad oggi sono passati 17 anni dalla scomparsa di Denise Pipitone, che all’epoca aveva soltanto quattro anni. Il fatto risale al primo settembre del 2004. Le indagini si conclusero in una bolla di sapone, non portando alla soluzione del caso.   

Si tratta ancora oggi di uno dei casi di cronaca che ha suscitato più scalpore in Italia. In tutto questo tempo, Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, non ha mai smesso di cercare la sua bambina.  Denise Pipitone scomparve da Mazara del Vallo in provincia di Trapani, e di lei non si seppe più nulla. 

L’accusa di false informazioni al pubblico ministero

Il giudice monocratico di Marsala ha emanato recentemente una condanna, con pena sospesa, nei confronti dell’ex magistrata che indagò sulla scomparsa della piccola Denise Pipitone, avvenuta nell’anno 2004. L’ex giudice era imputata di false informazioni al pubblico ministero. Il pm Roberto Piscitello costituiva la parte dell’accusa in aula. Era stato lo stesso pm a richiedere la condanna di due anni nei confronti dell’ex giudice Maria Angioni. 

Ad oggi Maria Angioni, ex magistrata che si occupò del caso della scomparsa della piccola Denise Pipitone, è stata condannata ad un anno di reclusione con pena sospesa dal giudice monocratico di Marsala. 

La condanna arriva dopo poche ore di camera di consiglio, in sede della quale si è decisa la pena per l’ex magistrata Maria Angioni. La sentenza giunta in seguito alla tesi fornita dalla Procura di Marsala contestava all’ex magistrata di aver costruito una versione fittizia sul rapimento di Denise Pipitone, rovinando volutamente le indagini delle forze di polizie. La donna è stata quindi accusata di depistaggio. 

“Angioni ha mostrato assoluto spregio della Giustizia, ha ingannato il pubblico ministero ed il giudice tutte le volte in cui ha preso la parola. Ha presentato confusi documenti tanto sovrabbondanti quanto irrilevanti. Ha mantenuto un comportamento ostinatamente calunnioso anche dopo la commissione del reato, infangando nei media la Polizia nei Mazara del Vallo”. Lo ha dichiarato Piscitello al termine della requisitoria.  

E prosegue: “Tanto ha fatto per tenere lontana da tutti l’idea che Denise Pipitone non sia stata trovata e i colpevoli assicurati alla giustizia, per incapacità a lei attribuibili. Circostanza questa che denota la rilevante intensità del dolo. Da magistrato ha ritenuto di potersi muovere tra cavilli ed interpretazioni, suggestionando l’interlocutore a ritenere che potesse essere incorsa in un cattivo ricordo, in quanto tale incompatibile con l’elemento soggettivo del dolo richiesto dalla norma incriminatrice”. 

Argomenti