Lewis Hamilton fatica con la Ferrari SF-25 e resta dietro a Leclerc. Tra delusioni e tensioni, è già crisi con la Scuderia di Maranello?
L’arrivo di Lewis Hamilton alla Ferrari ha rappresentato uno degli eventi più attesi della stagione. L’unione tra il pilota più titolato dell’era moderna e la squadra più iconica del motorsport mondiale ha subito acceso sogni e aspettative. I tifosi immaginavano una nuova era dorata, con l’inglese pronto a guidare la riscossa rossa. Dopo un primo guizzo nella gara Sprint in Cina, però, il bilancio delle prime nove gare è stato ben al di sotto delle attese.
La SF-25, macchina a tratti veloce ma ancora instabile e difficile da leggere, si è rivelata una sfida complicata per Hamilton. Al contrario di Charles Leclerc, abituato a convivere con una monoposto imperfetta, il britannico sembra faticare a trovare feeling con la vettura, sia in termini di bilanciamento che di risposta aerodinamica. A ogni weekend, il distacco tra i due compagni di squadra si è fatto più evidente, e le perplessità sono cresciute.

La crisi di adattamento e i dubbi interni
La gara di Barcellona è stata emblematica. Mentre Leclerc saliva di nuovo sul podio, Hamilton chiudeva sesto, visibilmente frustrato e deluso. “È stata una pessima giornata”, ha dichiarato ai microfoni, lasciando trasparire un’inquietudine sempre più profonda. Il paragone con Leclerc, implacabile sia sul piano prestazionale che strategico, ha alimentato il sospetto che qualcosa non funzioni, non solo nella guida ma anche nel rapporto tra il pilota inglese e l’ambiente Ferrari.
Dalle indiscrezioni emerge anche un certo malessere all’interno del box, con Hamilton che avrebbe sollevato dubbi sul livello di supporto ricevuto dal team. Il lavoro di adattamento alla mentalità Ferrari – italiana, modenese e tutt’altro che lineare – potrebbe essere più complesso del previsto per un campione abituato a contesti anglosassoni, razionali e diretti.
Ecco la verità: è un momento decisivo
Il vero nodo della questione è uno solo: Hamilton e la Ferrari si sono davvero capiti? Per ora, i risultati non sembrano confermarlo. Ma c’è tempo, e se a Maranello riusciranno a fornire al britannico una monoposto competitiva, il sette volte campione saprà rispondere. Altrimenti, rischia di chiudere la carriera nell’amarezza. E la Ferrari, di trovarsi con un investimento tecnico e mediatico clamoroso… ma fallito.