Lewis Hamilton sta ancora studiando il comportamento della Ferrari SF-25. Perché il brake balance e il brake migration sono elementi chiave.
Lewis Hamilton sta affrontando una delle sfide più complesse della sua carriera: adattarsi alla Ferrari SF-25. Dopo anni alla guida di una Mercedes con caratteristiche ben diverse, il pilota britannico si trova ora a dover padroneggiare una monoposto che richiede un approccio diverso, soprattutto in frenata. La gestione dei parametri come il brake balance e il brake migration è un elemento cruciale, e Hamilton è ancora nel pieno della sua fase di apprendimento.

Brake balance e brake migration: la chiave della gestione in frenata
Durante il primo weekend di gara, i team radio hanno rivelato quanto Lewis sia concentrato su questi aspetti, confrontandosi costantemente con gli ingegneri per trovare il giusto equilibrio. Ma cosa rende queste regolazioni così decisive per la prestazione in pista?
Nelle moderne monoposto di Formula 1, la frenata non è un semplice gesto meccanico, ma il risultato di una serie di regolazioni dinamiche. Il brake balance rappresenta la ripartizione statica della frenata tra l’asse anteriore e quello posteriore, mentre il brake migration interviene in modo più sofisticato, modificando automaticamente questa ripartizione in base alla pressione esercitata sul pedale.
Quando un pilota inizia a frenare, il carico aerodinamico si sposta verso l’anteriore, aumentando la pressione sulle ruote anteriori. Tuttavia, nella fase di rilascio, il peso torna indietro, rischiando di alleggerire eccessivamente l’avantreno, provocando potenziali bloccaggi. Qui entra in gioco il brake migration, che consente di variare il bilanciamento in tempo reale per ottimizzare la stabilità della vettura.
Hamilton sta ancora cercando di comprendere fino in fondo come regolare questi parametri in base al comportamento della SF-25, un aspetto in cui il suo compagno di squadra Charles Leclerc ha già maggiore esperienza.
Hamilton e l’apprendimento della SF-25: un percorso in evoluzione
Il processo di adattamento di Hamilton non si limita solo alla frenata, ma coinvolge anche l’uso del differenziale, un altro elemento cruciale per gestire la stabilità della vettura in curva. A differenza di Mercedes, la Ferrari richiede una gestione più attenta di questi parametri, che influenzano la distribuzione del grip e la risposta dell’auto in ingresso e uscita di curva.
Con il supporto del suo ingegnere di pista Riccardo Adami e dell’esperto Jock Clear, Hamilton sta lavorando per affinare il suo feeling con la macchina. Tuttavia, serve tempo: solitamente, un pilota impiega 3-4 gare per adattarsi completamente a una nuova monoposto.
Nonostante le difficoltà iniziali, Lewis ha già mostrato segnali di progresso e il suo talento nell’ottimizzazione dei dettagli tecnici potrebbe presto portarlo a esprimere il massimo potenziale della Ferrari. La strada è tracciata, ora resta solo da vedere quanto rapidamente riuscirà a padroneggiare la SF-25 e a ridurre il gap con Leclerc.