La fase 2 dell’emergenza coronavirus entra nel vivo dal prossimo 18 maggio ma per il definitivo liberi tutti si dovrà attendere ancora.
Coronavirus, la fase 2 entra nel vivo. Dopo il primo allentamento delle misure restrittive avvenuto lo scorso 4 maggio, dal 18 potrebbe prendere vita la vera e propria fase 2, quella degli spostamenti di massa.
Dal 18 maggio nuove aperture. Ma per lo spostamento tra le Regioni bisognerà attendere
Se la curva dei contagi non dovesse superare i limiti di allerta, e sicuramente nelle zone con un Rt basso, apriranno le saracinesche i bar, i ristoranti, i parrucchieri e alcuni negozi. In alcune Regioni anche le spiagge.
Non è tutto. Potrebbe cadere anche il vincolo dei congiunti per le visite. tradotto, sempre rispettando alcune condizioni sarà possibile vedere gli amici.
Se così fosse, ma restano da convincere diversi ministri, cadrebbe il vincolo dell’autocertificazione. Spostamenti liberi. O quasi. Resterebbe infatti interdetto lo spostamento tra le Regioni.
Fase 2 coronavirus, le condizioni per il definitivo liberi tutti
Perché possano cadere anche le frontiere interne servono ventuno condizioni favorevoli. Ventuno indicatori che devono essere sotto il livello di allerta. La data fissata per il via libera è quella del 1 giugno.
Il monitoraggio
Le prime condizioni sono relative al monitoraggio dei contagi, uno dei presupposti necessari della Fase 2. Nella speranza che presto possa arrivare in soccorso anche la famosa App Immuni. Vanno monitorati con costante attenzione i casi sintomatici notificati, i casi notificati, la storia ospedaliera dei pazienti positivi assistiti, una panoramica dettagliata per Comune e un monitoraggio costante delle strutture socio-sanitarie.
Lo scopo è quello di avere un quadro completo, capillare, che possa permettere, laddove ce ne fosse bisogno, di intervenire in maniera mirata.
I tamponi e la ‘ricerca’
Come specificato in diverse occasioni e in diversi sedi, il secondo tassello fondamentale che deve essere garantito dalle Regioni è la capacità di indagine, di effettuare tamponi sulla popolazione. Serviranno dati aggiornati sulle percentuali di tamponi positivi, si dovrà lavorare sul tempo che intercorre tra l’inizio dei sintomi e la diagnosi perché il valore di t sia il più basso possibile. Si dovrà anche avere un quadro completo del numero e del tipo delle figure professionali (in ambito sanitario) a disposizione della Regione.
La pressione sul sistema sanitario
Il terzo maxi-tassello che completa il quadro è quello della gestione della pressione sulle strutture ospedaliere. Qui entrano in gioco i fattori ormai noti come i casi comunicati alla Protezione Civile, l’indice di contagiosità, la presenza di nuovi focolai e il tasso di occupazione dei posti letto.
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