Feltri a gamba tesa su Grillo: “Complimenti a lui, lo pagano per non fare nulla”

Feltri a gamba tesa su Grillo: “Complimenti a lui, lo pagano per non fare nulla”

Il giornalista ha commentato il contratto da 300 mila euro offerto dal Movimento 5 Stelle al comico per il suo ruolo da consulente.

Un rinnovo di contratto sorprendente quello proposto dal Movimento 5 Stelle a Beppe Grillo: il partito, infatti, pagherà 300 mila euro l’anno al comico per le sue consulenze sulla comunicazione. Un lauto stipendio che ha stimolato l’ilarità di Vittorio Feltri che, sulle pagine del Giornale, ha commentato: “Sono contento per Beppe Grillo, il quale riesce a farsi pagare bene senza fare nulla di tangibile. Questo è un merito, quindi non me la sento di inveire né di rimproverarlo“.

Ciò che invece mi genera qualche perplessità – prosegue il giornalista – risiede altrove: in cosa diavolo consiste esattamente l’attività di consulente della comunicazione fornita dal comico al partito che per anni ci ha parlato di merito, di tagli ai super stipendi, di reddito universale (pochi spiccioli ma per ciascuno)?”.

Beppe Grillo

Il parere di Feltri sulla figura di Grillo

Feltri continua allora a commentare la notizia, chidendosi anche quale sarà realmente il ruolo di Grillo all’interno del partito che lui stesso ha fondato e facendo una raccomandazione a Giuseppe Conte: “Consiglio io qualcosa all’avvocato del popolo per le sue campagne elettorali, e lo faccio a titolo gratuito: qualsiasi monito Grillo vi consegni, evitate di seguirlo, per il vostro bene e per la vostra già precaria sopravvivenza politica“.

Il giornalista riflette sulla figura del comico, artefice dell’ascesa e del crollo del Movimento 5 Stelle, specificando che “come comunicatore ha senza dubbio fallito, quindi non si capisce per quale ragione assumerlo in questa specifica veste“.

Feltri, allora, conclude tornando su quel contratto ed affermando che: “L’emolumento di 300mila euro ha più il carattere della tangente, una tangente legale, perdonate la contraddizione in termini, ma sempre una sorta di pizzo versato dal partito a colui che lo ha ideato insieme a Gianroberto Casaleggio. Forse una forma anche di rispetto verso il comico, di riconoscenza“.

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