Vittorio Feltri: tra accuse di razzismo e vittimismo, il caso Geolier accende gli animi.
Sanremo 2024 si è confermato un appuntamento imperdibile per gli appassionati della musica italiana, ma come sottolinea Vittorio Feltri, non sono mancate le polemiche che sembrano ormai parte integrante del Festival. “Piagnisteo disgustoso“, sono le dure parole del noto giornalista sul caso Geolier.
Il Festival di Sanremo: continua il dibattito su Geolier
Quest’anno, sotto i riflettori non c’è stata solo la musica, ma anche il dibattito acceso generato dalla partecipazione di Geolier. Si tratta del noto rapper napoletano che ha diviso l’opinione pubblica e la critica.
Nonostante il massiccio supporto del pubblico, la stampa e le radio hanno favorito Angelina Mango, generando accuse di razzismo verso il Sud Italia e riaccendendo un’annosa questione di campanilismo e pregiudizio.
Vittorio Feltri: una voce fuori dal coro
Vittorio Feltri, direttore editoriale de Il Giornale, interviene nella discussione con una riflessione che non lascia spazio a interpretazioni ambigue. Feltri descrive il Festival come un evento ormai stantio e ripetitivo, le cui polemiche si rinnovano meccanicamente ogni anno.
Questa volta, a essere al centro delle critiche è la comunità napoletana. “A piagnucolare sono i napoletani che, non accettando, per campanilismo, la sconfitta del proprio cantante preferito, tacciano gli organizzatori di essere disonesti, di avere barato, di avere truccato I numeri. E si dicono altresì vittime di discriminazione“, attacca il noto giornalista.
Feltri sottolinea come il piagnisteo e il vittimismo non facciano altro che sminuire il dibattito culturale, trasformando una sconfitta artistica in una questione di identità regionale. La domanda che pone è provocatoria: se la sconfitta di Geolier è frutto di pregiudizio, come si spiegano allora le sconfitte degli altri artisti non premiati?
La riflessione si spinge oltre, criticando la scelta di ammettere una canzone in dialetto napoletano: “Ritengo semmai che i napoletani siano stati avvantaggiati in quanto è stata ammessa in gara una canzone il cui testo risulta essere in dialetto“. Ciò – secondo Feltri – favorendoli, data la sua incomprensibilità per una parte del pubblico.