Ennesimo caso di femminicidio in Italia e nel mondo: una donna è stata uccisa a martellate dal suo ex compagno.
Si tratta del 39esimo caso di femminicidio in Italia dall’inizio dell’anno 2022. Il colpevole dell’omicidio è Giovanni Padovani, accusato di aver ucciso la sua ex fidanzata Alessandra Matteuzzi. Secondo quanto emerso in merito alla vicenda, la donna aveva precedentemente denunciato il suo ex compagno. Adesso il Pubblico Ministero ha chiesto la convalida per compiere l’arresto dell’uomo.
Nonostante la precedente denuncia sporta dalla vittima, secondo il procuratore di Bologna “Non è stata malagiustizia, abbiamo fatto tutto il possibile“. La vittima infatti aveva già da tempo denunciato alle forze dell’ordine il suo ex compagno, che nonostante tutto è comunque riuscito a toglierle la vita.
La vittima è deceduta nella giornata di martedì 23 agosto. Giovanni Padovani ha aggredito la sua ex compagna proprio sotto la sua abitazione, situata in via dell’Arcoveggio, a Bologna. Alessandra Matteuzzi era al telefono con sua sorella nel momento in cui ha subito l’aggressione.
Nel frattempo, il Pubblico Ministero Domenico Ambrosino ha chiesto la convalida dell’arresto e la custodia cautelare in carcere per Giovanni Padovani. L’ex compagno della vittima dovrà rispondere alle accuse di omicidio aggravato dallo stalking nei confronti di Alessandra.
Si tratta dell’ennesimo femminicidio in Italia e nel mondo, messo in atto da un ex compagno o marito. L’opinione pubblica ha espresso il suo disappunto in merito alla vicenda, in quanto già precedentemente la vittima aveva provveduto a denunciare un ex compagno potenzialmente pericoloso, e che alla fine di tutto si è dimostrato tale.
La ministra della Giustizia, Marta Cartabia, attraverso il suo Gabinetto, ha chiesto agli uffici dell’Ispettorato di “svolgere con urgenza i necessari accertamenti preliminari, formulando, all’esito, valutazioni e proposte”.
Le parole del Procuratore di Bologna sulla vicenda
Secondo il Procuratore di Bologna Giuseppe Amato, non si tratta di un caso di malagiustizia. Le sue parole ai microfoni di Radio1: “In questa vicenda non si può affatto parlare di malagiustizia. La denuncia è stata raccolta a fine luglio, il primo agosto è stata iscritta e subito sono state attivate le indagini che non potevano concludersi prima del 29 agosto perché alcune persone da sentire erano in ferie. Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto”.
Secondo quanto riferito dal Procuratore di Bologna, “non emergevano situazioni di rischio concreto di violenza, era la tipica condotta di stalkeraggio molesto“. Poi ha parlato dell’uso del braccialetto per contrastare i casi di stalking: “Il problema è quello dei costi. Già oggi potremmo utilizzarli per alcuni reati, ma quando li vai a richiedere non si trovano. Quindi ci vuole la norma, ma poi anche la forza di poter creare dal punto di vista economico gli strumenti che quella norma la fanno funzionare”.