Nel GP del Giappone 2025 la Ferrari delude ancora: strategie corrette ma prestazioni insufficienti. Leclerc e Hamilton senza potenziale.
Il Gran Premio del Giappone 2025 era atteso come un banco di prova per capire quanto realmente la Ferrari potesse lottare con le squadre di vertice. Dopo due gare già complicate, Suzuka rappresentava un’occasione cruciale: condizioni meteo stabili, raccolta dati ottimale, e una pista che ben si adatta al bilanciamento della SF-25. Eppure, fin dal via, le ambizioni della Rossa si sono scontrate con la cruda realtà: non c’era molto da fare contro Red Bull e McLaren.

Una gara senza gloria né infamia
Nonostante una strategia azzeccata e un comportamento della vettura tutto sommato gestibile sulla lunga distanza, la mancanza di mordente è risultata evidente. Leclerc ha portato a casa un dignitoso quarto posto, riuscendo a tenere dietro le Mercedes, mentre Hamilton si è dovuto accontentare del settimo, migliorando di una sola posizione rispetto alla partenza. Ma è bastato questo per placare gli animi? La risposta è no.
Un futuro che passa per il Bahrain
Il manager Fred Vasseur aveva puntato su questo weekend per raccogliere dati utili e accelerare lo sviluppo della monoposto. In parte, l’obiettivo è stato raggiunto. Ma quanto può essere utile analizzare dati se la base su cui lavorare non è all’altezza dei migliori?
Tutti gli occhi ora sono puntati sul prossimo appuntamento in Bahrain, dove dovrebbe debuttare il primo pacchetto evolutivo della stagione. Si parla di un fondo modificato, studiato per aumentare il carico aerodinamico e migliorare l’interazione tra meccanica e aerodinamica. Sarà sufficiente? È difficile dirlo ora. Ma una cosa è certa: la Ferrari non può più aspettare.
Suzuka ha lasciato in eredità più dubbi che certezze. Il grigio cielo giapponese ha fatto da perfetto sfondo a una Ferrari che sembra aver perso la bussola. La SF-25 è apparsa desolata, impotente, incapace di lottare con costanza. Se l’obiettivo resta quello di vincere, è il momento di invertire la rotta. I tifosi attendono risposte. E il tempo, in Formula 1, corre veloce.