La Sicilia si scontra con il governo dopo l’emendamento sui 2,3 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
L’emendamento alla Manovra sul Ponte sullo Stretto di Messina infiamma le polemiche della Sicilia, che si vede costretta dal Governo a mettere 300 milioni di euro in più rispetto al previsto. La decisione prevede infatti una riduzione del contributo statale di 2,3 miliardi di euro, spostando l’onere su Sicilia, Calabria e il Fondo di sviluppo e coesione.
Il taglio dei fondi per il Ponte sullo Stretto
Per l’opera voluta da Matteo Salvini, e il governo ha deciso di ridistribuire i fondi con un taglio netto alle risorse della Sicilia e della Calabria. L’emendamento alla manovra infatti, prevede un taglio di circa 2,3 miliardi di euro per la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Ma queste risorse saranno recuperate dal Fondo di sviluppo e coesione: 718 milioni saranno prelevati dalla quota del fondo delle amministrazioni centrali, e 1,6 miliardi dalla quota destinata alle Regioni Calabria e Sicilia. Una decisione che ha fatto discutere parecchio.
La Sicilia non ci sta: “Decisione non condivisa”
Questa riduzione non rappresenta un vero risparmio, in quanto 1,3 miliardi di euro dovranno essere garantiti dalla Sicilia, 300 milioni di euro dalla Calabria.
La proposta dell’emendamento, presentata all’improvviso e senza con le due regioni interessate, ha suscitato particolare irritazione nell’isola del governatore Renato Schifani, che aveva garantito di contribuire con un miliardo di euro, meno degli 1,3 miliardi imposti dal governo.
“La decisione governativa per cui la quota di nostra compartecipazione debba essere di 1,3 miliardi non è mai stata condivisa dall’esecutivo regionale“, dichiara Schifani durante un’intervista a Skytg24, auspicando che “il ministro si possa attivare per restituire le maggiori risorse sottratte alla Sicilia, necessarie per sostenere investimenti per lo sviluppo dell’isola”.
Salvini insiste: “Sicilia metta le sue fiches”
Il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, d’altro canto, ha dichiarato che per ora la Sicilia e la Calabria mettono il 10% dei fondi necessari per la costruzione del ponte. Lo Stato, invece, ne mette il 90%.
“Per Sicilia e Calabria cambierà il mondo“, aggiunge il vicepremier, dichiarando che “un piccolo contributo richiesto a Sicilia e Calabra mi sembra banale, che ci mettano una piccola fiches è normale”.