Fondi russi alla Lega, c’è una foto che testimonia l’accordo tra gli italiani e gli intermediari russi all’hotel Metropol di Mosca.
Nuovo colpo di scena nel caso dei fondi russi alla Lega. La Procura di Milano ha rintracciato in uno dei cellulari sequestrati la foto che testimonia i dettagli dell’accordo raggiunto tra i delegati italiani e gli uomini russi.
Fondi russi alla Lega, la foto dell’accordo
Stando a quanto riferito da La Repubblica, gli inquirenti hanno trovato nei cellulari di Savoini, Meranda e Vanncucci testimonianze materiali dell’accordo con i russi. La foto in questione fornisce altri dettagli sull’incontro avvenuto al Metropol di Mosca.
I dettagli: il quattro per cento alla Lega, il sei per cento agli intermediari russi
Nel corso delle analisi sui telefoni cellulari è emersa una foto che riporta la divisione dei proventi dell’operazione di compravendita del gasolio. Nell’affare dal valore di un miliardo e mezzo circa, il quattro per cento sarebbe andato alla Lega di Matteo Salvini. Agli intermediari russi sarebbe andato invece il sei per cento. La foto in questione sarebbe stata scattata da Meranda, il quale l’avrebbe poi inviata a Savoini e Vannucci.
Le ipotesi degli inquirenti
Per gli inquirenti la foto sarebbe la prova che in occasione del vertice al Metropol di Mosca la delegazione italiana abbia raggiunto un accordo con quella russa. Essendo riportata la percentuale esatta spettante alla Lega, sembra difficile credere che nel Carroccio nessuno fosse a conoscenza della trattativa portata avanti da persone vicine al partito di Matteo Salvini.
Il leader ed ex ministro potrebbe essere chiamato a riferire in Aula o davanti agli inquirenti per chiarire la sua posizione in una faccenda sempre meno chiara. E dai risvolti sempre più compromettenti,
Salvini, “Mai chiesto nulla”
Il leader della Lega ha ribadito di essere estraneo ai fatti in questione: “Non c’è un dollaro, una lira, un fiorino, un rublo. Io non ho mai visto o chiesto niente e nessuno della Lega ha visto o chiesto niente. Possono fare e pubblicare tutti i disegnini che vogliono. Aspettiamo che chiuda l’inchiesta che va avanti da un anno. Parliamo di cose serie, questa non è una cosa seria“.