Tensioni interne a Forza Italia che avanzano richieste e si oppongono alla neo premier Giorgia Meloni. Tra i maggiori detrattori Mulè.
Giorgia Meloni nel suo primo Consiglio dei ministri ieri ha tenuto un discorso motivazionale e quasi “draghiano” insistendo sull’importanza dell’unità. “Per essere all’altezza del compito bisogna essere una squadra, evitando i personalismi o di alimentare conflitti” ha detto la neo premier. Nonostante le buone intenzioni, le tensioni permangono soprattutto nel partito di Berlusconi. Meloni sa che le frizioni con Forza Italia non sono finite ma si faranno vive a breve.
Gli screzi torneranno con la nomina dei viceministri e sottosegretari, cariche per cui bisogna compensare chi è rimasto fuori dai ministeri e dal parlamento. A manifestare i primi malumori Forza Italia e Silvio Berlusconi convinti di aver ottenuto meno di quanto meritassero secondo le percentuali ottenute. Gli azzurri si dividono in filo-ronzulliani e i filo-meloniani vicino a Tajani.
Il vice presidente della Camera Giorgio Mulè ha detto che nelle scelte di governo “non ci sentiamo sfregiati né umiliati”, ma “ha provocato disappunto l’atteggiamento di Giorgia Meloni. Un disappunto esternato dallo stesso Berlusconi quando ha posto la questione del condizionale e non dell’imperativo da usare nel dialogo fra alleati”. Oltre che contro la nuove presidente del Consiglio, Forza Italia è divisa anche all’interno.
FI è il grande ostacolo del governo Meloni
Mulè, tra gli altri, chiede che Antonio Tajani si dimetta da coordinatore del partito per una questione di incompatibilità con il ruolo di ministro e vicepremier. Stesso discorso vale per la ministra Bernini, vicecoordinatrice di Forza Italia. “È una riflessione che devono fare e risolvere. Ci sono interventi sulla spina dorsale del partito ormai indefettibili. Berlusconi è il primo a saperlo”. Mulè dichiara che il partito vuole incidere in temi come infrastrutture, economia e giustizia.
“Su sottosegretari e presidenti di Commissione misureremo la volontà di questa maggioranza di lavorare bene, dando agibilità alle nostre idee” ha detto invece il capogruppo azzurro alla Camera Alessandro Cattaneo. “Noi abbiamo intenzione di lavorare lealmente con Giorgia Meloni, alla quale consiglierei di rafforzare il suo rapporto con Berlusconi, che in questo frangente ha dimostrato generosità e buonsenso.” Ma dichiara che non accetteranno veti.
Il capogruppo ha ammesso le incomprensioni che ci sono state tra i due partiti e precisa che è “Meglio chiarirsi alla vigilia della partenza piuttosto che portarsi dietro le incomprensioni”, afferma. “Nel centrodestra ci confrontiamo, c’è una dialettica anche accesa, però alla fine la sintesi la troviamo”, assicura. Ma le tensioni dei forzisti restano il maggiore scoglio del governo Meloni. Mentre c’è chi nega che vi siano incomprensioni con Fratelli d’Italia come Licia Ronzulli.