Aggressione Le Foche: “Abbraccio la mamma del mio aggressore”

Aggressione Le Foche: “Abbraccio la mamma del mio aggressore”

Ricordando passo per passo quei terribili momenti, Le Foche parla dell’aggressione subita nel suo studio a Roma.

A 20 giorni dalla terribile aggressione da parte di un suo paziente, l’immunologo Francesco Le Foche oggi può dirsi fortunato di poter raccontare in prima persona quanto successo. Dopo un periodo di convalescenza, a seguito del ricovero al Policlinico Umberto I di Roma, il medico spende qualche parola davanti ai microfoni di RaiRadio 2.

Le condizioni di salute di Le Foche

Come aveva già anticipato la scorsa settimana il ministro della Salute Orazio Schillaci, adesso Francesco Le Foche “sta bene”. Parlando al programma radiofonico “I Lunatici”, con Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, lo stesso immunologo riferisce che “il controllo oculistico è andato bene, sto recuperando, dopo i primi giorni in cui ho avuto una commozione cerebrale“.

Per la prima volta il medico si è ritrovato dall’altra parte della corsia, potendo apprezzare davvero tutte le cure dei suoi colleghi. “Mi sono svegliato nella terapia intensiva, mi sono reso conto di essere in rianimazione perché accanto a me c’era una persona intubata, mi sono subito fatto una specie di autodiagnosi“, racconta l’immunologo ripercorrendo i ricordi dei primi momenti in ospedale.

“I miei colleghi, a cui devo dire grazie, sono riusciti a ricostruirmi la retina, ho fatto tre interventi in anestesia generale in quattro giorni, è stato piuttosto complesso, ma piano piano è andata sempre meglio. Vorrei tornare a lavorare tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Mi occupo di patologie che non puoi lasciare a lungo”, evidenzia.

La madre dell’aggressore: “Una persona per bene”

Adesso può raccontare in prima persona quegli attimi di terrore vissuti il 5 ottobre scorso, nel suo studio di via Po 45, a Roma. Introducendosi nello studio medico, il paziente 36enne che ha aggredito l’immunologo lo aveva accusato di aver somministrato una terapia sbagliata al suo cane, poi morto.

L’uomo colpì il 66enne con un fermacarte e poi prendendolo a calci e pugni. Le conseguenze per il medico sono state rischiose, con un trauma cranico-facciale che lo ha costretto a diversi interventi chirurgici.

Le Foche oggi si dice fortunato “di non vivere l’atto, ho perso subito conoscenza, non ho vissuto il trauma del dopo. Faccio il medico, devo poter superare tutto, anche psicologicamente. Penso ai medici di medicina generale che sono da soli nel loro ambulatorio, ai medici del pronto soccorso, che sono esposti alle possibilità di aggressioni“.

“Il mio è stato un caso eccezionale. La mamma del mio aggressore è molto perbene, segue tantissimo il figlio, con le sue modalità, che probabilmente non sono in grado di poterlo gestire”, dichiara il dottore. La donna lo “guardava con ammirazione, mi sento di stare dalla parte di questa mamma, che credo abbia fatto il massimo per il figlio, vorrei abbracciarla per il trasporto affettivo che ha nei confronti di questo ragazzo”, conclude.