L’ex super-dirigente del Milan ha guardato la stracittadina a casa. Galliani ha detto di aver esultato come sempre e non ha escluso di poter assistere al prossimo match casalingo dei rossoneri
Ieri, sulle tribune di un San Siro esaurito come non mai, l’assenza di Adriano Galliani, storico dirigente del Milan, si è notata eccome. In molti si saranno chiesti chissà come avrebbe esultato il 72enne brianzolo al gol del pareggio di Zapata.
Grande esultanza
A svelare la curiosità, è stato lo stesso Galliani in una dichiarazione al Corriere della Sera. L’ex ad rossonero ha assistito al derby dal divano di casa: “Ho festeggiato lo stesso, sono diventato pazzo: mica ho smesso di tifare perché sono uscito dall’organigramma… Come ero appassionato dell’Armani quando ero nel consiglio, e tale sono rimasto, così è per il Milan. I sentimenti – ha spiegato Galliani – non si misurano in base alle cariche. Ho sentito il presidente Berlusconi, era entusiasta anche lui. Sbaglia chi pensa che siccome abbiamo venduto gufiamo la squadra: siamo sempre innamorati. Non avremmo mai meritato di perdere, specie per come avevamo iniziato la gara. Ne ho parlato con Montella che mi ha chiamato. L’Inter si lamenta del gol incassato nell’extra-time ma anche noi a Torino con la Juve abbiamo perso al 97′. Ho telefonato a Fassone, con cui i rapporti sono rimasti eccellenti. Tornerò a San Siro, magari già domenica (contro l’Empoli, ndr)”.
29 trofei in 31 anni
Adriano Galliani approdò al Milan con Silvio Berlusconi all’inizio del 1986. Il patron di Fininvest lo volle con sé nella nuova avventura del Cavaliere nel mondo calcistico, considerando che Galliani aveva ricoperto un importante incarico dirigenziale nel Monza. Il sodalizio tra i due è stato alla base di un’era calcistica probabilmente irripetibile. In 31 anni, infatti, sono finiti in bacheca ben 29 trofei tra cui 8 scudetti, 5 Champions League e 3 titoli intercontinentali.