Pittoresca iniziativa a Napoli: in prossimità della stazione ferroviaria, la popolazione ha avuto un atipico risveglio.
“Garibaldi era juventino”: recita così la scritta trovata sul monumento raffigurante l’artefice della spedizione dei Mille a Napoli. Dietro c’è Napoli Capitale, sigla politica dalle prospettive comunali condotta da Enzo Rivellini e Roberto Lauro.
Napoli: l’ultima provocazione alla Juve
A riguardo del blitz di stamattina proprio Ravellini aveva puntualizzato: “Non si tratta di una trovata pubblicitaria, ma di un blitz significativo e futuristico. Napoli riparte solo se ci saranno uomini e donne che amano Napoli e lavoreranno per essa, che ricorderanno gli splendori del passato. La statua di Garibaldi ritorni in Piemonte, in quelle risaie che si bonificarono grazie ai soldi che lo juventino Garibaldi rubò alle casse del Banco di Napoli. Ritorniamo a essere orgogliosi del nostro passato, Napoli deve tornare a essere capitale“. Dal numero uno di Napoli Capitale pure una suggestione, ossia cambiare nome della piazza. “Piazza Totò, piazza De Filippo o piazza Federico II“, la proposta.
Dopo il sequestro da parte delle Forze dell’Ordine della maglia bianconera fatta indossare a Garibaldi, sempre Enzo Rivellini è intervenuto. “Non ci lasceremo intimidire, siamo in un Paese libero e possiamo esprimere civilmente le nostre idee – ha dichiarato -. La nostra è stata una protesta politica e non una manifestazione di colore. Alle accuse di una mera questione folkloristica, o addirittura populistica, desidero ricordare che se oggi ho la possibilità di alzare la voce in difesa della mia città è proprio grazie a questa iniziativa, che quindi ha raggiunto lo scopo di suscitare l’interesse dei napoletani e dei non napoletani sulle tante ingiustizie che purtroppo subiamo. Voglio anche chiarire che non sono né un separatista né un anti italiano, tutt’altro“. Gli agenti di Polizia hanno già identificato gli attivisti e i giornalisti presenti sul luogo.