La sospensione dall’esercito di 11 mesi e la riduzione dello stipendio per il generale Vannacci diventa definitiva: ecco la decisione del Tar.
La sospensione per undici mesi del generale Roberto Vannacci è ora effettiva dopo il respingimento della sua richiesta di sospensiva da parte del Tar del Lazio.
La decisione – frutto di una misura disciplinare presa dai vertici militari – prevede anche una detrazione di anzianità e la riduzione dello stipendio al 50%.
Ciò è la conseguenza diretta – come riportato da Corriere.it – di un’inchiesta interna avviata su richiesta del ministro della Difesa, Guido Crosetto. Il caso è scoppiato dopo la pubblicazione del libro “Il mondo al contrario“.
Il provvedimento disciplinare contro Vannacci e le motivazioni
La pubblicazione di “Il mondo al contrario” ha portato al centro dell’attenzione il generale Vannacci, il cui ruolo come figura pubblica si è trasformato in un caso nazionale. In tale contesto, l’Esercito ha dichiarato che l’ufficiale avrebbe violato i principi fondamentali della sua carica.
Le dichiarazioni del generale – sempre secondo l’Esercito – mostrerebbero “carenza del senso di responsabilità” e comprometterebbero il “principio di neutralità/terzietà della Forza Armata“.
Da qui la sospensione di quasi un anno, una misura significativa in ambito militare che viene raramente adottata nei confronti di ufficiali di alto grado.
Il Tar del Lazio ha confermato la sospensione, respingendo la richiesta dell’europarlamentare per annullare il provvedimento, il quale ora resterà valido.
L’inchiesta per istigazione all’odio razziale
L’eco delle affermazioni di Roberto Vannacci non si è fermata al solo ambito disciplinare. Il generale è anche al centro di un’inchiesta penale, per verificare se vi sia stata istigazione all’odio razziale.
La denuncia iniziale è stata presentata da Luca Comellini, ex maresciallo dell’Aeronautica e rappresentante del Sindacato dei militari per la tutela dei cittadini.
Comellini ha segnalato i contenuti del libro alla procura militare, che ha poi trasferito l’indagine alla giustizia ordinaria.