Arriva la sentenza sui due casi di stupro di cui è accusato l’imprenditore Alberto Genovese: la pena è di otto anni.
Condannato a Milano l’imprenditore Albero Genovese: dovrà scontare la pena di otto anni e quattro mesi. A stabilite la pena la giudice Chiara Valori. Alberto Genovese è un ex imprenditore del web, accusato di due episodi di abusi sessuali. Il modus operandi prevedeva che le sue vittime bevessero un mix di droghe, per poi essere incoscienti.
Le vittime di Genovese sono giovanissime. Il primo caso accadde a Villa Lolita a Ibiza nel luglio 2020. Aveva condotto l’abuso insieme all’ex fidanzata, nei confronti di una ventitreenne. L’altro abuso avvenne soltanto tre mesi dopo, tra il 10 e l’11 ottobre, nell’attico ribattezzato Terrazza Sentimento. Stavolta la vittima era una ragazza di diciotto anni.
La relazione sul caso
Secondo i legali dell’imputato, i professori Pietrini e Sartori, durante le venti ore in cui Genovese sarebbe stato con la modella nella sua camera da letto dell’attico con vista Duomo «la sua capacità di intendere e di volere» era «quantomeno grandemente scemata». A quel punto non gli è stato permesso «discernere pienamente i confini tra il consenso iniziale della ragazza» con «il successivo venir meno» dello stesso e non ha saputo «comprendere quando fosse il momento opportuno di fermarsi».
Pare inoltre, che nelle 36 pagine di relazione sul caso, sia emerso lo stato «patologico» aggravato del colpevole «caratterizzato da importanti compromissioni cognitive». Il quadro clinico «all’epoca dei fatti era caratterizzato da un disturbo cronico» per abuso di droghe. Inoltre l’abuso di alcol avrebbe aggravato il «disturbo psicotico secondario all’uso di sostanze». Il colpevole avrebbe una personalità con tratti «istrionici, narcisistici e ossessivo compulsivi».
Un «circolo vizioso» che ha portato a uno «scompenso dell’equilibrio psichico» di Genovese. Tutte problematiche che hanno avuto conseguenze negative anche la «sua attività lavorativa» che «di fatto, dopo il 2016, si è ridotta fino a sostanzialmente azzerarsi».