Giacomo Bonaventura sul calciomercato rossonero: “Rivoluzione Milan necessaria”

Giacomo Bonaventura sul calciomercato rossonero: “Rivoluzione Milan necessaria”

Giacomo Bonaventura promuove la rivoluzione del Milan: “Visti i piazzamenti degli ultimi anni era logico cambiare drasticamente”.

Reduce da una stagione sfortunata che lo ha visto vittima di un gravissimo infortunio, Giacomo Bonaventura ha  parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport soffermandosi ovviamente sulla rivoluzione del Milan avvenuta grazie a un mercato di grande qualità, fatto di innesti e investimenti importanti: “Visti i piazzamenti degli ultimi anni, che non hanno rispecchiato le ambizioni e il valore del Milan, era logico cambiare un po’ drasticamente. Di certo chi c’era poteva fare di più. Sento parlare spesso della mancanza di uno zoccolo duro nello spogliatoio e concetti simili. Balle: la verità è che se siamo arrivati sesti o settimi è perché la rosa era da sesto o settimo posto. Lo scorso campionato, ad esempio, abbiamo pagato i tanti giovani: non puoi pretendere continuità di rendimento da giocatori con età così bassa. Direi che questa è una rosa da vertice e soprattutto c’è una grande differenza con le ultime estati: negli anni scorsi le stagioni ricominciavano fra mille dubbi, stavolta no. Per vertice intendo chiudere fra le prime quattro. Non parlavo di scudetto. A oggi è ancora esagerato, confrontando la composizione delle rose, e poi c’è l’Europa League che porta via molte energie“.

Marco Fassone

Mercato del Milan, grande entusiasmo per i grandi acquisti

Posso solo dire che non mi era mai capitato di assistere a un’estate del genere. Sono stati acquistati giocatori che a inizio mercato magari pensi ‘sarebbe bello arrivassero…’. Be’, sono arrivati davvero – ha proseguito Bonaventura. Bonucci? Leo è un vincente, un perno della Nazionale, il suo arrivo è una cosa fantastica, non pensavo potesse venire sul serio. Per come lo conosco io, col suo carattere sarà molto utile in uno spogliatoio che arriva da anni tribolati, è destinato a diventare un punto di riferimento. Capitano? Deciderà Montella. Comunque capitani dobbiamo esserlo un po’ tutti, e poi un gruppo in cuor suo sa chi è il vero leader“.

 

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