Secondo la legale nonché cugina di Alessandra Matteuzzi, l’intento di Padovani durante l’aggressione era quello di sfregiarne la bellezza.
Alessandra Matteuzzi è la donna morta in seguito ad un’aggressione messa in atto dal suo ex fidanzato, il 23 agosto scorso. Giovanni Padovani ha aggredito la sua ex compagna proprio sotto la sua abitazione, situata in via dell’Arcoveggio, a Bologna. Alessandra Matteuzzi era al telefono con sua sorella nel momento in cui ha subito l’aggressione.
L’autopsia: Alessandra colpita 20 volte al volto
A distanza di un mese dalla morte di Alessandra, è arrivato l’esito dell’autopsia. Pare che la vittima sia stata colpita ripetutamente al volto, per una ventina di volte. La cugina nonché legale di Alessandra sul risultato autoptico: “Padovani si è avventato sul suo corpo, che non sarebbe potuto essere di nessun altro al di fuori di lui”.
L’aggressione
Il carnefice di Alessandra l’ha aggredita colpendola almeno venti volte alla testa e al volto, utilizzando un martello. La brutalità è stata tale che, al momento del ritrovamento del cadavere, il volto della vittima era irriconoscibile. Poi, Giovanni Padovani, si è scagliato sul corpo della vittima con una panchina, causandole fratture in tutto il corpo.
Una violenza incredibilmente brutale, che secondo la cugina della 56enne di Bologna, sarebbe un chiaro segno dell’intento di Padovani di voler sfregiare la bellezza di Alessandra Matteuzzi. Lui voleva che fosse sua e di nessun altro.
La legale della vittima, Sonia Bartolini, ha asserito: “L’aggressore ha voluto prima di tutto distruggere il viso di mia cugina, e quindi la sua bellezza. Poi si è avventato anche sul corpo, che non sarebbe potuto essere di nessun altro al di fuori di lui”. Sono queste le dichiarazioni della cugina della vittima durante un’intervista rilasciata al quotidiano “Il Resto del Carlino”.
Poi ha continuato: “Sono convinta che dentro alla sua testa, negli istanti subito successivi all’omicidio, il suo pensiero fosse proprio questo”. Guido Pelletti, medico legale incaricato dalla Procura di Bologna, ha ricostruito l’aggressione, denotandone la ferocia con il quale è stata condotta.
Prima Padovani ha colpito la vittima con calci e pugni, poi le martellate alla testa, torace, gambe e braccia. L’aggressione è avvenuta nel giro di pochi, intensi minuti, nei quali Alessandra Matteuzzi gridava disperata. Ma le grida non sono servite a fermare il killer, che l’ha colpita fino ad ucciderla.