Al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Padova vengono inaugurate le panchine rosse in memoria di Giulia Cecchettin.
Gino Cecchettin parla dal palco allestito al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Padova dove Giulia – trovata morta lo scorso 17 novembre – avrebbe dovuto discutere la sua tesi di laurea. Visibilmente provato, il padre della vittima lancia un appello a tutti i giovani: “Confrontiamoci”.
Gino Cecchettin: “Siamo qui per Giulia”
Con gli occhi lucidi, si avvia verso il palco dell’Università di Padova Gino Cecchettin, padre di Giulia uccisa per mano dell’ex fidanzato, Filippo Turetta. Parlando agli studenti, tra amici ed ex compagni della figlia scomparsa, si mostra come un vero esempio di forza e coraggio fuori dai limiti.
Intervenendo per contrastare la natura della violenza, soprattutto verso le donne, l’uomo introduce: “Oggi siamo qui per Giulia, e dobbiamo ricordare che da questo tragico evento deve nascere qualcosa. Bisogna istituire un modo per capire da dove sia nato tutto questo”, dice Gino.
Il padre di Giulia chiede una mano proprio alla platea di giovani, che rappresentano il futuro. Le sue parole tuonano in occasione della cerimonia di inaugurazione delle panchine rosse in memoria di Giulia Cecchettin, al Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Padova. Proprio dove la ragazza era in procinto di laurearsi.
Quando denunciò “temo per la sua incolumità”
Il padre di Giulia Cecchettin non può farcela da solo, ma chiede aiuto a tutti, “dai docenti agli studenti, ai genitori, perché anche io mi faccio delle domande, e magari confrontandoci, cerchiamo di capire cosa si può fare, trovare un protocollo, un modo per poter sradicare la violenza, in particolare la violenza sulle donne”.
Ripercorrendo tutti i momenti tragici vissuti in queste ultime settimane, Gino ricorda che il 12 novembre denunciò subito la scomparsa di sua figlia. Presentò la denuncia ai Carabinieri, perché Giulia aveva sempre comunicato “ogni suo spostamento” se si tratteneva fuori casa.
“Temo per l’incolumità di mia figlia Giulia“, scrisse quel giorno Gino Cecchettin ai Carabinieri. Aggiungendo che anche l’ex fidanzato Filippo Turetta “non è rientrato a casa”.