Il Piano strutturale di bilancio illustrato dal ministro Giorgetti: dalla previsione di crescita della spesa pubblica, alle strategie per la riduzione del debito dal 2027.
Il ministro dell’economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha illustrato al Consiglio dei ministri il Piano strutturale di bilancio di medio termine.
Si tratta di un documento cruciale, come riportato dall’Ansa, che traccia la rotta economica dell’Italia per i prossimi sette anni. Ecco cosa prevede.
Le novità dal Piano strutturale di bilancio
Secondo quanto presentato, il Piano prevede una crescita media della spesa primaria netta di circa l’1,5% annuo, con un andamento che sarà attentamente monitorato dalla Commissione Europea.
La distribuzione di questa crescita seguirà un ritmo incrementale, partendo da un +1,3% nel 2025, salendo al +1,6% nel 2026 e raggiungendo l’1,9% nel 2027, per poi stabilizzarsi progressivamente fino al 2031.
Questi tassi di crescita riflettono l’intenzione del governo di mantenere una linea economica: “Seria, prudente e responsabile“, come sottolineato dallo stesso Mef.
Un elemento centrale che influenza il Piano è la questione del debito pubblico, particolarmente gravata dall’impatto del Superbonus edilizio introdotto nel 2020.
Questo ha comportato un aumento del fabbisogno di cassa e, conseguentemente, del rapporto debito/PIL, che nel 2023 si attesta al 134,8%.
Tuttavia, il Mef prevede che “dal 2027 inizierà un percorso di discesa“, con l’obiettivo di ridurre il rapporto debito/PIL di un punto percentuale all’anno.
Ciò in linea con le nuove regole europee che richiedono tale riduzione una volta usciti dalla procedura per deficit eccessivo.
La strategia per l’uscita dalla procedura di infrazione
L’Italia, con un deficit che nel 2024 si prevede ancora elevato, dovrà affrontare una procedura di infrazione per deficit eccessivo da parte dell’Unione Europea.
Per evitare sanzioni e rientrare nei parametri stabiliti, il governo ha delineato nel Piano strutturale di bilancio una serie di misure volte a contenere il deficit e a stabilizzare il debito pubblico.
Tra queste, è previsto un progressivo abbattimento del deficit, che dovrebbe scendere al 3,3% del PIL nel 2025 e al 2,8% nel 2026, sotto la soglia del 3% richiesta dall’UE.
Un altro aspetto cruciale del Piano riguarda i tagli alla spesa pubblica, stimati in circa 11-12 miliardi di euro all’anno. Questo rappresenta una sfida significativa per il governo, che dovrà bilanciare tali riduzioni con le promesse elettorali e le necessità sociali del Paese.