Il diktat dei servizi segreti alla Premier Giorgia Meloni e alla delegazione italiana: niente apparecchi elettronici di uso quotidiano in Cina.
Pronta al viaggio in Cina, Giorgia Meloni dovrà seguire alcuni consigli da parte dei servizi segreti italiani per la sua sicurezza e quella di tutta la delegazione che la accompagnerà. La Premier incontrerà il presidente Xi Jinping, l’omologo Li Qiang e Zhao Leji, il presidente del Comitato permanente del Congresso nazionale del popolo, per quella che sarà la sua prima visita a Pechino. La Presidente del Consiglio, però, dovrà fare a meno del proprio smartphone e, in generale, di ogni tipo di dispositivo tecnologico personale.
Giorgia Meloni vola in Cina: la questione sicurezza
Secondo quanto si apprende da Il Foglio e da Libero, la prossima visita della Premier italiana in Cina sarà caratterizzata anche da una curiosa misura di sicurezza che i servizi segreti hanno “consigliato” proprio alla Presidente del Consiglio e a tutta la delegazione che partirà alla volta di Pechino. Nel dettaglio, la Meloni non potrà portare con sé il proprio smartphone e in generale qualsiasi tipo di dispositivo elettronico di uso personale per ragioni di sicurezza.
La delegazione di Palazzo Chigi. in partenza nelle prossime ore per la Cina, dovrà lasciare cellulari, smartphone, orologi smart e tablet a casa. L’intelligence italiana, infatti, sull’argomento è stata chiara: niente apparecchi elettronici di uso quotidiano, che possano essere silenziosamente messi sotto controllo da chi ne avrebbe tutto l’interesse.
Dispositivi “usa e getta”
Secondo quanto si apprende da Il Foglio, America, Canada, Regno Unito e altri Paesi già da anni usano certe precauzioni quando viaggiano in Cina. In questo senso, le varie delegazioni usano i cosiddetti burner phone, di fatto telefoni usa e getta. Stando all’intelligence internazionale è questo il modo per mettere davvero in sicurezza le comunicazioni pregresse, la rubrica telefonica e ogni altro tipo di infformazione possibile.
Sempre Il Foglio ha sottolineato come da standard internazionali la misura si applica soprattutto alle missioni verso la Repubblica popolare cinese anche se Da Palazzo Chigi avrebbero già cerca di ridimensionare la questione facendo riferimento a misure di sicurezza che si applicano anche ad altri Paesi e ad altre missioni della Presidente del Consiglio.