Giorgia Meloni: “Dossieraggio? Ecco a chi andavano le informazioni”

Giorgia Meloni: “Dossieraggio? Ecco a chi andavano le informazioni”

La Premier italiana Giorgia Meloni sul dossieraggio. Le parole in diretta tv nel corso della trasmissione ‘Dritto e Rovescio’ su Rete 4.

Sono stati tanti i temi affrontati da Giorgia Meloni nel corso dell’intervista rilasciata in diretta tv a ‘Dritto e Rovescio’ su Rete 4 con Paolo Del Debbio. La Premier italiana si è soffermata sulle Regionali in Abruzzo ma anche sul caso dossieraggio svelando a chi sarebbero andate le informazioni raccolte.

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni, il commento sul dossieraggio

Tra i tanti argomenti affrontati dalla Premier Meloni alla trasmissione di Rete 4, come detto, quello delicato del dossieraggio. Nel dettaglio la Presidente del Consiglio ha provato a fare chiarezza sulla vicenda ricostruendo la situazione: “Come spiegare il caso dossieraggio? Una questione molto brutta ma molto semplice da spiegare: in pratica ci sono alcuni funzionari dello Stato italiano, pagati con soldi pubblici, che accedono a banche dati che dovrebbero essere utilizzate per combattere la mafia per passare informazioni sensibili su politici considerati non amici ad alcuni giornali”.

In questo senso è arrivata una frecciata palese: “Particolarmente (il passaggio di informazioni ndr) al giornale di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 del Pd. E leggevo dalle notizie di oggi, alcune informazioni sono state passate all’attuale responsabile della comunicazione del Partito Democratico per lanciare campagne di fango su politici considerati avversari”, ha detto la Meloni.

“Chi sono i mandanti”

Il commento della Premier sulla vicenda dossieraggio è poi proseguito: “In Italia qualcuno ha messo in piedi metodi da regime illegale per gettare fango su chi non gli è simpatico. Penso sia una cosa gravissima e molto più ampia di quel che stiamo vedendo, anche perché coinvolge anche persone normali”.

Per tutte queste ragioni, la Meloni ha posto una domanda ben più ampia sul tema: “Quali sono gli interessi? Bisogna andare fino in fondo e ringrazio Melillo e Cantone: non basta sapere qual era il funzionario che violava la banca dati, bisogna capire chi sono i mandanti. E quel che mi indigna ancor più del fatto in sé è che qualcuno prova a difendere quel che è successo trincerandosi dietro alla libertà di stampa. Ma i metodi sono illegali e la libertà di stampa non c’entra: questo accade nei regimi, non nelle democrazie”.