Giorgia Meloni: “Diamo fastidio. Siamo i veri rivoluzionari”

Giorgia Meloni: “Diamo fastidio. Siamo i veri rivoluzionari”

Lunga intervista a Tempi da parte della Premier Giorgia Meloni. Stabilità di Governo, autonomia differenziata, premierato e tanto altro.

Arriva le prime anticipazioni della lunga intervista a Tempi da parte della Premier Giorgia Meloni. La Presidente del Consiglio ha affrontato moltissimi argomenti caldi tra cui la stabilità del Governo, l’essere rivoluzionari pur essendo conservatori ma anche dettagli sul premierato, l’autonomia differenziata e molto altro ancora.

Giorgia Meloni

Giorgia Meloni e il suo governo “rivoluzionario”

Dalle anticipazioni dell’intervista a Tempi riportate da Il Foglio e da altri media tra cui la Rai e il Corriere della Sera, si leggono le parole della Meloni a proposito del suo Governo: “Diamo fastidio a chi vuole omologare tutto, ma noi siamo rivoluzionari e determinati. Siamo un capriccio perché diamo fastidio”. E ancora: “Diamo fastidio a chi vorrebbe omologare tutto, e trasformare ognuno di noi in un consumatore perfetto, in ‘vuoti a rendere’ che possono essere riempiti di qualunque cosa si voglia. Per questo siamo considerati distonici”.

Secondo la Presidente del Consiglio: “Per paradosso, sono i conservatori i veri rivoluzionari della nostra epoca. Penso che siamo una speranza, perché abbiamo dato finalmente voce a una maggioranza silenziosa che ha sempre creduto in questi valori e in queste idee ma che non era rappresentata”, ha commentato la Meloni.

La debolezza dell’Italia negli anni

Tra i vari argomenti affrontati, un passaggio per quanto riguarda il premierato. La Meloni ha spiegato: “Sono da sempre convinta che l’instabilità politica abbia indebolito l’Italia nei rapporti internazionali e dal punto di vista economico, perché governi che hanno una durata troppo breve non possono sviluppare una visione di lungo periodo. E ciò che puoi fare è solo navigare a vista, cercare il consenso immediato invece di immaginare politiche strutturali o mettere mano alla politica industriale”.

Secondo Meloni “l’instabilità dei governi ha inciso sulle nostre carenze infrastrutturali, sulla nostra capacità di difendere i nostri interessi nazionali e sullo stato di salute della nostra economia. Un dato su tutti: negli ultimi vent’anni, Francia e Germania sono cresciute di più del 20 per cento mentre l’Italia è cresciuta meno del 4 per cento. E questo ci deve far riflettere, perché delle due l’una: o tutti i politici italiani sono peggiori dei politici francesi e tedeschi – e francamente io non lo penso – oppure c’è qualcosa che non funziona nel sistema e che noi dobbiamo avere il coraggio di correggere”.

“Una democrazia instabile è una democrazia nella quale la politica è più debole rispetto alle concentrazioni economiche, alle burocrazie e agli interessi particolari. È una democrazia che non è in grado di portare avanti quelle politiche pubbliche fondamentali per rendere effettivi le libertà, i diritti, la solidarietà, la crescita economica e l’equità sociale. Per questo, una riforma che assicuri governi eletti dal popolo, stabili, con un orizzonte di legislatura, è la più potente misura – economica e di giustizia sociale – che noi possiamo regalare all’Italia. Questo è il nostro obiettivo”, ha aggiunto ancora la Premier.