Giorgia Meloni e la guerra dei "Gabbiani": le divergenze nascoste in FdI
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Direttore: Alessandro Plateroti

Giorgia Meloni e la guerra dei “Gabbiani”: le divergenze nascoste in FdI

Giorgia Meloni

Le recenti tensioni interne a Fratelli d’Italia e come queste potrebbero influenzare il futuro del partito e la leadership di Giorgia Meloni.

In un clima politico caratterizzato da risultati elettorali straordinari e da una disciplina di partito ferrea, Fratelli d’Italia (FdI) ha mantenuto una stabilità interna notevole soprattutto grazie alla premier Giorgia Meloni. Tuttavia, recenti eventi suggeriscono l’emergere di tensioni e divergenze che potrebbero minare questa solidità.

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Nonostante FdI non stia attraversando un periodo di fermento precongressuale come la Lega o una resa dei conti come il Movimento 5 Stelle, i segnali di possibili sedimentazioni di diverse correnti di pensiero sono evidenti.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Segnali di crepe all’interno di Fratelli d’Italia

Le dichiarazioni del presidente della commissione Cultura Federico Mollicone hanno sollevato un caso politico, che è stato amplificato da un acceso scambio tra la premier Giorgia Meloni e Paolo Bolognesi. Presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage di Bologna.

Questo confronto ha portato alla luce divergenze interne che, se non gestite adeguatamente, potrebbero esplodere in questioni più gravi.

L’effetto delle divergenze interni sulla leadership di Meloni

Il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, ha difeso Mollicone, suggerendo la presenza di una corrente romana del partito, nota come i “gabbiani”, che rappresenta una voce critica all’interno di FdI. La tensione tra Rampelli e Meloni risale a quando la leader del partito ha escluso il gruppo di Rampelli dal governo nazionale e regionale del Lazio. Affidando ruoli chiave a persone di sua fiducia come sua sorella Arianna, come riportato da ildubbio.news.

Questa situazione di tensione è ulteriormente complicata dalla linea politica altalenante adottata da Meloni, che oscilla tra il conservatorismo liberale e il sovranismo più estremo. Questa incertezza potrebbe spingere gli esponenti più inquieti del partito a prendere posizioni più decise, cercando di influenzare la direzione del partito.

Le critiche di Rampelli alle richieste di dimissioni di Mollicone, avanzate dalle opposizioni, sembrano indirizzate anche ai vertici di FdI, suggerendo una sfida indiretta alla leadership di Meloni. Parallelamente, il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli, ha adottato una posizione più moderata, indicando un altro segnale di divisione interna.

In aggiunta, voci critiche si sono levate anche dalla “sinistra” del partito. Proponendo una linea di collaborazione con i Popolari e i liberali europei e mettendo in discussione l’uso del simbolo della Fiamma. Storicamente associato alla destra italiana. Questa proposta, avanzata dal deputato Andrea De Bertoldi, è stata ignorata dalla dirigenza, ma segnala un ulteriore punto di tensione. Secondo quanto riferito il tutto da ildubbio.news.

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ultimo aggiornamento: 6 Agosto 2024 13:38

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