Intrighi e dubbi nella scorta di Giorgia Meloni: il giallo dell’auto di Giambruno

Intrighi e dubbi nella scorta di Giorgia Meloni: il giallo dell’auto di Giambruno

I dettagli dell’intrigante caso che coinvolge i servizi segreti e la scorta di Giorgia Meloni: dubbi, indagini e teorie di complotto.

Secondo open.online, a novembre, un episodio inquietante ha coinvolto Andrea Giambruno, ex compagno di Giorgia Meloni, e la sua auto parcheggiata vicino alla residenza della premier. Due uomini, inizialmente non identificati, sono stati visti avvicinarsi al veicolo con delle torce. Grazie alle testimonianze e alle indagini condotte dai servizi segreti e dalla Procura di Roma, emerge che potrebbero essere stati due agenti dell’Aisi, forse addirittura parte della scorta della stessa Meloni. Questa rivelazione, pubblicata da Domani e riportata anche da Open.online, alimenta il timore di un complotto ai danni della premier.

Giorgia Meloni Andrea Giambruno

L’identificazione e le azioni dei sospetti

Durante quella notte, mentre Giambruno si trovava a casa di Meloni, una pattuglia di sorveglianza segnalava l’arrivo di una vettura da cui discesero due individui. Utilizzando una torcia, si avvicinarono all’auto parcheggiata, scrutandola attentamente. L’agente di servizio intervenne per un confronto, durante il quale i due si identificarono vagamente come “colleghi” e mostrarono un distintivo senza fornire ulteriori dettagli, per poi allontanarsi rapidamente. Il dettaglio degli uomini non identificati è stato approfondito in articoli successivi su Open.online.

Le mosse successive nella gestione del caso per Giorgia Meloni

L’evento è stato immediatamente riportato ai superiori, tra cui il capo della Polizia e il ministro dell’Interno. Insinuando ulteriori dubbi sulla veridicità delle intenzioni di questi agenti. L’indagine della Procura di Roma ha poi portato a ipotizzare che non fossero agenti dell’Aisi. Ma forse semplici malintenzionati attratti da oggetti di valore nell’auto di Giambruno, come dettagliato da Open.online. Tuttavia, la possibilità che fossero effettivamente parte di un’azione più ampia e organizzata non è stata esclusa, mantenendo alta l’attenzione e il sospetto di Meloni.

L’indagine non solo ha scosso la fiducia della premier nei confronti delle proprie guardie del corpo, ma ha influenzato anche la scelta del nuovo direttore dell’Aisi. Originariamente, pareva che Meloni supportasse la candidatura di Del Deo. Ma le circostanze hanno spinto il governo a optare per una figura esterna, Bruno Valensise, per preservare un certo grado di imparzialità e distanza dagli eventi recenti, secondo quanto riportato da Open.online.