Giorgia Meloni “La Duce”, nella classifica prima tra i “cattivi” d’Europa

Giorgia Meloni “La Duce”, nella classifica prima tra i “cattivi” d’Europa

Il quotidiano statunitense mette la premier Meloni tra le figure più influenti al mondo ma tra i “cattivi” chiamandola “La Duce”.

Un appellativo che non passa inosservato quello che Politico riserva alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Nella sua classifica annuale delle personalità più influenti d’Europa per l’anno successivo, la premier trova posto al vertice, ma tra quelli “cattivi” ovvero i “disgregatori”. Anche lo scorso anno l’Italia aveva guadagnato il primato con Mario Draghi a cui però Politico aveva dato il ruolo di principe, ovvero la persona più potente d’Europa.

A prendere il posto dell’ex premier Draghi quest’anno è il presidente ucraino Zelensky che secondo Politico sarà la figura più influente dei prossimi 12 mesi. A Giorgia Meloni tocca il primato delle figure divisive. Dopo essere diventata la settima donna più potente del mondo secondo Forbes, la premier guadagna un altro primato. La leader di FdI è davanti anche a personaggi discutibili come Viktor Orbàn, da mesi in aperto conflitto con Bruxelles, per le continue violazioni allo stato di diritto.

Giorgia Meloni

Politico non crede al tentativo di ripulitura della premier italiana

Il nuovo primo ministro italiano, Giorgia Meloni, sta facendo ogni sforzo per presentarsi come non minacciosa. Certo, l’aizzatrice di estrema destra una volta sosteneva l’uscita dell’Italia dall’Eurozona e si è opposta alle sanzioni contro Mosca dopo che la Russia ha invaso la Crimea nel 2014″ scrive nella motivazione Politico. “Ma in questi giorni si sta dando da fare per far sapere ai suoi interlocutori in Europa e in Occidente che è una grande fan della Nato, della linea dura col Cremlino e non vuole in alcun modo lasciare l’Unione europea (anche se non le dispiacerebbe la possibilità di apportare qualche modifica al modo in cui funziona)”.

“Affrontando le radici fasciste del suo partito prima delle elezioni di settembre, ha rilasciato una dichiarazione video che sconfessa l’ideologia in francese, inglese e spagnolo (le parla fluentemente tutte e tre)“, ha concluso il media statunitense. Ma Politico considera il tutto un’azione di brand washing del partito della premier che ricorda le sue invettive contro l’immigrazione, “la propaganda di genere”, l’islamizzazione d’Europa e i suoi paragoni dell’aborto alla “cultura della morte” e i ‘barbari’ i sostenitori di Black Lives Matter.

Nella classifica dei “disrapters” disgregatori, dopo Meloni, c’è Orbàn definito “nemico dell’interno”, poi il leader laburista britannico Starmer, Melenchon. Poi c’è la classifica di “coloro che fanno” capeggiata dal vice cancelliere Habeck, più influente di Scholz infatti ribattezzato il “vero cancelliere”. Segue la presidente della Bce Lagarde, il presidente turco Erdogan, nominato il jolly, e Le Pen. C’è poi la classifica dei “sognatori” guidata dalla premier finlandese Sanna Marin, seguita da Timmermans e anche Putin definito il perdente.