La partecipazione di Giorgia Meloni al vertice dei “volenterosi” a Parigi accentua le tensioni nel centrodestra italiano.
La politica internazionale è spesso teatro di incontri strategici che delineano le alleanze e le posizioni dei vari Paesi su questioni cruciali, questo Giorgia Meloni lo sa. In questo contesto, la Coalizione dei volenterosi rappresenta un’iniziativa significativa volta a promuovere la pace e la sicurezza in Ucraina. Questa coalizione, promossa dal presidente francese Emmanuel Macron, mira a coordinare gli sforzi internazionali per sostenere l’Ucraina e creare un modello di difesa condiviso contro minacce future.

La posizione italiana e la cautela di Meloni
L’Italia, sotto la guida di Giorgia Meloni, si presenta al vertice di Parigi con una posizione ben precisa. Palazzo Chigi parla infatti di “riunione sulla pace e la sicurezza dell’Ucraina”, sottolineando così un approccio prudente. Meloni, pur accogliendo l’apertura di Macron sull’eventuale coinvolgimento dell’ONU, resta contraria a un intervento diretto: “Non andremo in guerra per star dietro alle fughe in avanti di Macron e Starmer”, ripetono i fedelissimi della premier.
Il vertice arriva in un momento delicato per gli equilibri interni del governo. La tensione nel centrodestra è tangibile, e la posizione di Meloni appare come un tentativo di mantenere una linea istituzionale forte, evitando derive personalistiche e scomposte.
Salvini in contropiede, FdI avverte
Ma a Roma il clima politico è incandescente. Matteo Salvini continua a distinguersi su ogni dossier chiave. La sua recente telefonata con JD Vance, vice di Trump, ha irritato gli alleati. E quando si è parlato di un possibile scontro con la premier, lui ha risposto: “Io in guerra con Meloni? È scherzi a parte, non è giornalismo”.
Da Fratelli d’Italia, invece, arriva un messaggio chiaro. “Quando è uscito il libro del Fatto sulle chat che lo ridicolizzavano, Salvini l’ha giurata a Giorgia — ricorda un meloniano di rango — I rapporti sono compromessi”. E ancora, “Giorgia ha giurato che, se il 6 aprile Matteo non la smette, gli svuoterà il partito in Parlamento e sui territori”.
Le parole di Galeazzo Bignami in Aula sintetizzano il malumore: “Quando voi andavate a baciare la pantofola a qualche potente proprio in Russia, dove magari qualcuno vorrebbe tornare…”. Il riferimento a Salvini è apparso evidente.
La leader di FdI ha tracciato una linea rossa: “Matteo non deve superarla”. La sua strategia punta al consolidamento internazionale, ma i segnali che arrivano da Washington, come il possibile incontro anticipato tra Salvini e Trump, complicano i piani. In gioco c’è anche l’accordo sui satelliti Starlink, ancora fermo. Paolo Zampolli, inviato speciale di Trump, conferma: “Salvini sarà protagonista del rapporto tra Italia e Usa”. E su Meloni aggiunge: “Trump pensa che sia una great leader… ma deve allinearsi con l’agenda del capo del mondo, la cui priorità è la pace, non sono i dazi”.
La sfida si sposta ora oltre Atlantico, ma l’epicentro politico resta in Italia.