Giorgia Meloni propone l’elezione diretta del Presidente della Regione in Valle d’Aosta, criticando l’instabilità politica.
La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha lanciato un messaggio chiaro e diretto agli elettori valdostani: introdurre anche per la regione alpina l’elezione diretta del Presidente.
Nel suo intervento, la leader di Fratelli d’Italia ha sottolineato l’esigenza di rafforzare la stabilità politica locale, auspicando una riforma istituzionale che restituisca potere decisionale ai cittadini. “Una riforma che introduca finalmente l’elezione diretta del Presidente, perché chi vince governa e chi perde sta all’opposizione e il potere resta nelle mani dei cittadini”, ha dichiarato.

Un problema di instabilità politica
Meloni ha evidenziato una forte criticità del sistema attuale: “In otto anni si sono alternati ben sette presidenti di Regione e, capite bene, che è impossibile in queste condizioni programmare e dare risposte serie a cittadini e imprese.”
Questo dato riflette un quadro di instabilità politica cronica, che secondo la Premier mina la capacità della Regione di costruire politiche durature ed efficaci. L’attuale sistema prevede che il Presidente venga eletto dal Consiglio regionale, con maggioranze spesso frammentate che cambiano nel corso della legislatura.
L’appello al centrodestra unito
In attesa di una riforma organica, Meloni ha lanciato un appello alla sua coalizione: “In attesa di questa riforma, tanto attesa, spetta al centrodestra, alla nostra compattezza politica, offrire ai valdostani la stabilità nei fatti.” Come riportato da lastampa.it, dove cliccando qui è possibile vedere il video.
La proposta si inserisce in una strategia politica più ampia, volta a presentare il centrodestra come forza di governo affidabile e unita, capace di garantire continuità amministrativa. L’elezione diretta rappresenterebbe, secondo Meloni, uno strumento per responsabilizzare la politica e restituire centralità ai cittadini valdostani.
La proposta lanciata dalla Presidente del Consiglio punta a riformare un sistema che ha mostrato, numeri alla mano, segni evidenti di debolezza. Resta ora da vedere se e come questa iniziativa verrà accolta a livello istituzionale, e quali forze politiche saranno disposte a sostenerla.