Giorgia Meloni sotto pressione: le maxi misure contro le Big Tech
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Direttore: Alessandro Plateroti

Giorgia Meloni sotto pressione: le maxi misure contro le Big Tech

Giorgia Meloni

I partner europei sollecitano Giorgia Meloni a prendere posizione sulle misure dell’UE contro le Big Tech statunitensi.

Negli ultimi mesi, le tensioni commerciali tra Unione Europea e Stati Uniti sono tornate al centro del dibattito internazionale, con Giorgia Meloni alle prese con non facili decisioni. L’amministrazione Trump ha rilanciato l’imposizione di dazi su beni europei per un valore di 360 miliardi di euro. Un atto che ha suscitato reazioni preoccupate all’interno delle istituzioni europee. Il nodo principale ora riguarda la risposta dell’UE e il ruolo cruciale che l’Italia potrebbe avere in questa partita.

Giorgia Meloni durante un discorso
Giorgia Meloni – newsmondo.it

La strategia UE e lo “strumento anti-coercizione”

Per contrastare l’impatto dei nuovi dazi, Bruxelles valuta l’attivazione dello strumento anti-coercizione, definito dai diplomatici europei come un “bazooka” commerciale. Tale strumento permetterebbe di chiudere il mercato europeo alle multinazionali statunitensi, in particolare quelle del settore tecnologico. Limitando l’accesso agli appalti pubblici e ai servizi finanziari e assicurativi, e riducendo lo sfruttamento dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle Big Tech.

Durante un vertice tra ambasciatori, Francia, Germania, Spagna e Belgio si sono dette favorevoli a questa misura. Ma serve la maggioranza qualificata: almeno 15 Paesi su 27 che rappresentino il 65% della popolazione dell’UE. In questo scenario, l’Italia, ancora incerta, potrebbe essere l’elemento decisivo.

Italia divisa, Meloni sotto pressione

Secondo il Financial Times, i maggiori partner europei stanno facendo pressione su Giorgia Meloni affinché si schieri apertamente: “Date le dimensioni dell’Italia, sarebbe il membro decisivo del campo del No, che include anche Romania, Grecia e Ungheria”. Meloni, che ha rapporti amichevoli con Donald Trump, viene descritta come orientata a unirsi al fronte dei contrari.

La Premier, interpellata sul tema, ha dichiarato al Ft: “Sarebbe infantile e superficiale pensare che occorra scegliere tra gli Stati Uniti e l’Europa”, aggiungendo però di essere “pronta a difendere gli interessi dell’Italia”. Sui dazi di Trump ha detto: “Una decisione sbagliata”, invitando però alla calma: “Una escalation peggiorerebbe i danni” e sottolineando che l’Italia “vuole che le tariffe siano rimosse, non moltiplicate”.

A livello interno, intanto, la tensione tra Lega e Forza Italia è alle stelle. “Dobbiamo metterci a trattare bilateralmente”, sostiene Claudio Borghi, mentre Tajani ribatte: “Fare trattative private – a parte che non si possono fare – significherebbe fare male alle nostre imprese”.

Nelle prossime settimane, se i negoziati con Washington non porteranno risultati, all’Italia verrà chiesto di sostenere formalmente una rappresaglia. Come ha detto un diplomatico europeo: “Dobbiamo tutti sopportare un po’ di sofferenza per massimizzare la pressione sugli Stati Uniti. Il commercio è il primo grande test”. La lista definitiva dei prodotti colpiti verrà votata il 9 aprile. Come riportato da ilfattoquotidiano.it

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ultimo aggiornamento: 6 Aprile 2025 10:00

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