L’Italia valuta con cautela l’integrazione nella Difesa comune europea, Giorgia Meloni tra conti pubblici e il summit di Macron.
Negli ultimi mesi, l’Unione Europea ha intensificato i lavori per la costruzione di una Difesa comune europea, un tema che sembrava sopito per anni ma che ora, alla luce delle nuove tensioni internazionali e delle incertezze sulla posizione americana in ambito NATO, è tornato al centro del dibattito, con Giorgia Meloni che deve prendere delle decisioni. Francia e Germania hanno preso il comando dell’iniziativa, forti delle loro industrie militari di punta come Thales e Rheinmetall, con il sostegno convinto della Commissione Europea.

Un’Europa che spinge sull’acceleratore della Difesa
L’obiettivo? Rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa, creare sinergie industriali tra gli Stati membri e prepararsi a scenari globali sempre più complessi. La presidente Ursula von der Leyen ha promosso un piano ambizioso, alimentato anche da ingenti investimenti e proposte di regolamentazione comuni. Ma mentre Parigi e Berlino si muovono con decisione, l’Italia sembra adottare un passo più prudente, quasi attendista.
L’Italia osserva, partecipa, ma senza esporsi
A Bruxelles, nei corridoi della Commissione, cresce la sensazione che il governo italiano stia giocando una partita più defilata rispetto agli altri protagonisti europei. Eppure, aziende come Leonardo e Fincantieri sono considerate asset fondamentali del panorama industriale europeo. Cosa frena allora un impegno più diretto di Roma?
Tre i motivi principali: la necessità di non incrinare lo storico legame con gli Stati Uniti, i dubbi sulla reale coerenza dell’approccio europeo rispetto a un possibile ritorno di Trump, e soprattutto la rigidità dei conti pubblici italiani, che limita la libertà d’azione del governo.
Ma qualcosa potrebbe presto cambiare. Giovedì, infatti, è previsto a Parigi un summit convocato dal presidente Macron, con un focus proprio sulla cooperazione militare e con l’ipotesi di un ombrello ONU a legittimare l’iniziativa. E secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, Giorgia Meloni è pronta a partecipare, aprendo così a un possibile allineamento con l’asse franco-tedesco. Un segnale che potrebbe rappresentare la svolta nel posizionamento italiano sulla Difesa comune europea.