I video fake a luci rosse con il volto della Premier Giorgia Meloni: la Presidente del Consiglio teste durante l’udienza.
Si torna a parlare dello scandalo dei video hot fake con il volto della Premier Giorgia Meloni. I filmati che erano stati messi in rete sono ora oggetto di analisi anche in udienza presso la Corte d’Assise. Per la vicenda, la Presidente del Consiglio aveva chiesto un risarcimento di 100 mila euro e, adesso, è stata chiamata a testimoniare in aula, anche se in videoconferenza.
Giorgia Meloni e i video fake a luci rosse
Riprende in data odierna, martedì 2 luglio 2024, il processo a Sassari per diffamazione contro un uomo di 40 anni accusato di aver pubblicato su un sito internet po**ografico statunitense alcuni video contraffatti apponendo il volto della Premier Giorgia Meloni su quello delle vere attrici a luci rosse. I filmati, chiaramente falsi e frutto di manipolazione tecnologica eseguita al computer, erano finiti appunto su un sito americano di video spinti. Nelle immagini si vedeva il viso della Meloni, ignara di tutto, e il corpo di vere attrici hard.
L’inchiesta sul caso era stata avviata dalla polizia postale di Sassari nel 2020, in seguito a una segnalazione arrivata direttamente da Roma. Le forze dell’ordine erano riuscite a risalire tramite il nickname utilizzato sul sito internet ai colpevoli e presunti autori dei video: un uomo di 40 anni e suo padre, di 73.
L’udienza e la testimonianza della Premier
Adesso, ecco l’udienza fissata per le ore 13 a cui dovrebbe prendere parte la diretta interessata Giorgia Meloni, costituitasi parte civile e chiamata a deporre come parte offesa. Da quanto si apprende, vista la necessità della testimonianza da remoto, questa udienza si svolgerà nell’aula della Corte d’Assise dotata delle strumentazioni necessarie per il collegamento in diretta.
La Premier italiana è assistita dall’avvocata Maria Giulia Marongiu e, come detto, aveva già annunciato la richiesta di risarcimento danni per 100mila euro, che saranno destinati al fondo del ministero dell’Interno per le donne vittime di violenza. “È un messaggio rivolto a tutte le donne vittime di questo genere di soprusi a non avere paura di denunciare. Vuole contribuire alla tutela delle vittime. Donne che, spesso inconsapevolmente, sono l’obiettivo di questo genere di reati”, erano state le parole del legale della Premier. Secondo quanto riportato dall’Ansa, nel corso dell’udienza tenutasi nella giornata odierna è stata fissata una prossima data al fine di sentire la Premier. Pare che il giorno stabilito sia quello del prossimo 8 ottobre, giornata fissata dalla giudice Monia Adami.