Giorgia Meloni, video hot fake: chiede 100 mila euro di danni
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Direttore: Alessandro Plateroti

Giorgia Meloni, video hot fake: chiede 100 mila euro di danni

Giorgia Meloni in aula

La Premier, Giorgia Meloni esige un risarcimento per i video manipolati, destinando i fondi alle vittime di violenza.

La diffusione di video manipolati online è una minaccia che riguarda non solo le personalità pubbliche, ma l’intera società, nell’ultimo episodio di questo tipo, la Premier Giorgia Meloni è stata l’obiettivo di un attacco diffamatorio perpetrato attraverso la creazione e la distribuzione di video oltraggiosi. La sua reazione, tuttavia, ha un impatto che va oltre la sua persona, mirando a fornire supporto tangibile alle donne vittime di violenza.

Giorgia Meloni in aula
Giorgia Meloni in aula

Rivendicazione di un risarcimento con un fine benefico

La premier Meloni ha avviato una battaglia legale, chiedendo un risarcimento di 100.000 euro nel processo in corso presso il Tribunale di Sassari. Il caso vede Meloni come parte civile contro due imputati. Padre e figlio, accusati di diffamazione per aver pubblicato su un sito web pornografico statunitense dei video manipolati. In questi video, il volto della Premier era stato sovrapposto sui corpi dei protagonisti di scene esplicite.

La richiesta di Meloni non è solo una rivendicazione personale. Ma ha l’obiettivo di destinare l’eventuale risarcimento al fondo nazionale gestito dal Ministero dell’Interno, dedicato al supporto delle donne vittime di violenza. L’avvocata Maria Giulia Marongiu, che rappresenta Meloni, ha dichiarato che la somma rappresenta una “cifra simbolica”. Un messaggio di incoraggiamento per tutte le donne a non temere di denunciare gli abusi.

Il processo e l’impatto sociale

Il processo vede due imputati sassaresi di 73 e 40 anni chiamati a rispondere delle accuse di diffamazione. La Procura, rappresentata dalla PM Maria Paola Asara, ha inoltrato l’accusa, mentre il loro avvocato difensore, Maurizio Serra, ha richiesto una messa alla prova per il padre. Il giudice Paolo Bulla deciderà in merito il 25 marzo, mentre il processo del figlio, sottoposto al rito ordinario, inizierà il 19 marzo davanti alla giudice Monia Adami.

La lotta di Meloni contro la diffamazione online non solo simboleggia la resistenza contro gli attacchi personali, ma sottolinea anche l’importanza di fornire sostegno alle vittime di violenza, evidenziando come la legge possa essere utilizzata per favorire il cambiamento sociale positivo e la protezione dei vulnerabili. Questo caso mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza e azione contro la diffamazione digitale e la violenza di genere, contribuendo a creare un ambiente online più sicuro e rispettoso per tutti.

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ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2023 14:21

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