Il figlio di Giorgio Napolitano racconta dei retroscena inediti sulla presidenza del padre: annunciato il libro “Il mondo sulle spalle”.
Giorgio Napolitano, l’ex presidente della Repubblica italiana, è stato una figura centrale in alcune delle fasi più turbolente della politica italiana. La sua lunga presidenza, dal 2006 al 2015, ha attraversato crisi economiche, cambi di governo e scontri istituzionali che hanno segnato il Paese.
Dopo la sua scomparsa, avvenuta il 22 settembre 2023, il figlio Giulio Napolitano racconta episodi inediti in un libro intitolato Il mondo sulle spalle, edito da Mondadori.
L’elezione al Quirinale di Giorgio Napolitano: il racconto del figlio
Il libro, come riportato da Affaritaliani, rivela dettagli interessanti sull’ascesa di Giorgio Napolitano alla carica di Presidente della Repubblica. “Prima – racconta Giulio Napolitano al Corriere della Sera –Ciampi lo nomina senatore a vita, riportandolo nella sua casa, il Parlamento. Fassino e il centrosinistra lo propongono per la Presidenza della Repubblica“.
Nonostante alcune resistenze iniziali, il consenso si allarga. “Casini e Fini dicono subito di sì. Berlusconi tergiversa. Alla fine prevale la linea della Lega di Bossi: scheda bianca. Mio padre è eletto nel 2006 con una quarantina di voti in più del necessario: non pochi, ma nemmeno tantissimi“.
Una volta eletto, l’ex presidente si immerge immediatamente nelle responsabilità della carica, dedicando particolare attenzione al discorso inaugurale. Il figlio ricorda aneddoti legati a quel periodo: “La sera sono a cena dai Ciampi al Quirinale. Gli spiegano il funzionamento quotidiano di quel complicato Palazzo“.
Lo “stai sereno” e il passaggio da Letta a Renzi
Uno dei momenti più delicati della presidenza di Giorgio Napolitano è stato il passaggio dal governo guidato da Enrico Letta a quello di Matteo Renzi, segnato dalla celebre frase “stai sereno“.
Giulio Napolitano offre una prospettiva unica su quei giorni: “Mio padre ha sempre creduto nella democrazia parlamentare e quindi si è sempre rimesso all’indicazione dei partiti e del Parlamento. Il governo Letta era nato con un’ampia fiducia solo che, quando Renzi diventa segretario del Pd, fa capire che quel governo non gli piace più“.
Napolitano senior si trovava in una posizione complessa: “Mio padre inizialmente è perplesso, preoccupato. Si era miracolosamente riusciti a formare quell’ esecutivo dopo mesi di paralisi… E l’Italia era ancora sotto procedura di infrazione europea, poteva essere molto pericoloso“. Tuttavia, la crescente pressione di Renzi, supportata dal consenso interno al Partito Democratico, rese inevitabile il cambiamento.
Giulio ricorda le parole del padre: “Mio padre disse a Renzi che il Pd doveva assumere una posizione chiara: o sostenere lealmente questo governo o chiederne il cambio assumendosene la responsabilità (…)“.
Il figlio conclude sottolineando come Napolitano – pur accettando la transizione – ne rimase amareggiato: “Quindi mio padre ne prese atto, anche se si dispiacque della brutalità di quel passaggio“.