La Giornata della Terra vede in Italia diversi allarmi per le difficoltà in cui si trova l’ambiente: tra queste la risalita del cuneo salino.
Oggi è la Giornata mondiale della Terra, una ricorrenza che però di festeggiamento ha quasi nulla. La Terra infatti è allo stremo e i disastri ambientali, l’inquinamento, le scelte politiche errate sono solo alcuni dei motivi che stanno portando il pianeta al collasso. Durante la puntata odierna di Unomattina si è discusso a lungo di vari problemi climatici e ambientali.
Un focus particolare è stato rivolto ad alcune parti d’Italia, come il Veneto, che si trovano in ginocchio a causa della siccità e della crisi idrica. A pagarne le spese sono i territori, le coltivazioni, l’ecosistema in generale e soprattutto il mare. Attraverso un rapido test si è visto come l’abbassamento dell’acqua, dovuto alla carenza di piogge, abbia fatto aumentare vertiginosamente la quantità di sale.
L’acqua per com’è adesso non è buona, si parla di 30g di sale per ogni litro d’acqua. Giancarlo Mantovani, Direttore del Consorzio Bonifica Delta del Po, ha spiegato: “L’acqua così non è buona né per irrigare né per essere potabilizzata ed è dannosa anche per l’ambiente. Perché una quantità così alta di sale crea grossi problemi alle piante acquatiche che sono abituata a vivere in acqua dolce”.
Le coltivazioni a rischio
A causa dell’abbassamento del suolo lagunare il mare ha la meglio. Questo è il fenomeno della risalita del cuneo salino, il più grande nemico dei campi di coltivazione e dei raccolti. Un evento simile si è verificato anche qualche anno fa, come ha spiegato Mantovani, ed è durato un paio di settimane: dai rubinetti usciva acqua salata.
Questa situazione, sottolineata nella Giornata della Terra, porta gravi conseguenze nell’agricoltura e dunque nella filiera alimentare. Attualmente le colture a rischio sono, tra le tante, quelle del radicchio e del mais. “Morirà tutto se non interveniamo in fretta” ha spiegato Mantovani.