Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Giornata internazionale contro la violenza sulle donne

Non proteggere tua figlia, educa tuo figlio

Questo slogan, volutamente provocatorio, è stato utilizzato in una campagna di sensibilizzazione che è comparsa sui muri di molte città nel mondo alcuni anni fa. Ma qual è il messaggio che vuole trasmetterci? Si tratta di un messaggio potente, dirompente anche, che ci dice come l’atteggiamento di prevaricazione nasca soprattutto dall’esempio ricevuto in casa. È proprio da qui che bisogna partire: dall’educazione al rispetto che ogni bambino deve ricevere, un’educazione che è compito sia della madre che del padre.

L’importanza dell’educazione al rispetto

La violenza non nasce solo dai comportamenti estremi come quelli fisici, sessuali o addirittura femminicidi, ma si radica in atteggiamenti che devono essere cambiati fin dalla più giovane età. A partire dall’abbandono di quegli stereotipi dannosi come “sei un maschietto, non devi piangere” e “sei una femminuccia, devi essere carina e gentile”, fino all’adozione di atteggiamenti paritari e rispettosi nelle dinamiche familiari. Il rispetto non è solo fisico, ma deve comprendere anche le violenze verbali, psicologiche ed economiche.

Le donne che non hanno accesso a risorse proprie o un reddito indipendente sono, infatti, più vulnerabili agli abusi.

La prevenzione parte dalla famiglia e dalla scuola

La prevenzione deve partire da un’educazione in famiglia, a cui si deve aggiungere il fondamentale lavoro delle scuole, che devono insegnare i valori del rispetto e della parità. Tuttavia, non basta. È necessario che vengano adottate misure legislative efficaci, che vanno oltre i progressi recenti come il reato di stalking o il codice rosso.

Queste normative, pur encomiabili, non sempre risultano sufficienti, e necessitano di essere integrate con azioni positive in grado di far emergere il sommerso.

Il silenzio delle vittime di violenza

Molte donne non denunciano le violenze che subiscono, temendo ritorsioni o conseguenze sociali. C’è il timore di essere giudicate: “Se l’è andata a cercare”, “aveva la minigonna” o “ha lasciato il marito”, come se l’uomo avesse un potere assoluto sul corpo della donna, un potere che viene talvolta qualificato dalla stampa come “amore malato”, quando in realtà di amore non c’è nulla.

Altre donne, spesso anche madri, non denunciano per paura di non sapere dove andare, come mantenersi o come garantire un futuro sereno ai propri figli.

Interventi sistematici per proteggere le donne

È fondamentale che si attuino interventi profondi e sistematici, per garantire alle donne un accesso a luoghi sicuri in cui vivere, dove possano ricostruire una vita dignitosa grazie a un reddito e a un’occupazione retribuita. L’intervento legislativo è solo uno degli aspetti; è necessaria una rete di sostegno che comprenda anche case rifugio e supporto psicologico per le vittime.

La violenza sui luoghi di lavoro

Un altro aspetto fondamentale riguarda la violenza e le molestie sul posto di lavoro. Anche in questo contesto, l’educazione al rispetto e la promozione di un ambiente di lavoro sano e rispettoso sono indispensabili. Le donne devono poter accedere al mondo del lavoro in condizioni di pari opportunità e lavorare in ambienti che garantiscano la loro sicurezza.

La sicurezza nelle strade e nei luoghi pubblici

Non si può dimenticare il tema della sicurezza: se è vero che la maggior parte delle violenze non avviene per mano di sconosciuti, è altrettanto vero che molte donne vengono aggredite e abusate anche in strada. Per questo è fondamentale che vengano presi provvedimenti per rendere i luoghi pubblici sicuri, come migliorare l’illuminazione, garantire la presenza delle forze dell’ordine e introdurre misure pratiche, come taxi e autobus dedicati alle donne nelle ore serali.

Un bilancio tragico

Nel 2024, quasi cento donne sono state uccise. Questo quadro tragico ci impone a tutti di fare la nostra parte, affinché la violenza sulle donne possa finalmente essere sradicata. La lotta contro la violenza deve essere un impegno collettivo e costante, che parta dall’educazione, passi attraverso la legislazione e arrivi fino a una cultura sociale che rispetti e protegga ogni donna.