La povertà assoluta è raddoppiata a causa del lavoro povero.
Il Rapporto Annuale 2022 dell’Istat mostra che grazie al reddito di cittadinanza e al reddito di emergenza un milione di persone è riuscita ad evitare di sprofondare nella povertà assoluta. Secondo i dati dal 2005 a oggi la povertà è raddoppiata e senza sussidi sarebbe stata dieci punti più elevata. La causa principale è la precarietà che affligge il nostro paese soprattutto i giovani. Sono cinque milioni gli occupati “non-standard” ovvero che hanno un contratto a tempo determinato, un part-time o collaborazioni.
Queste forme di lavoro sono quelle meno pagate. Secondo il rapporto Istat 4 milioni di dipendenti del settore privato guadagnano meno di 12mila euro all’anno e oltre un milione e mezzo di lavoratori guadagna meno di 8,41 euro all’ora. A ricevere questi compensi sono sempre giovani al di sotto dei 34 anni, donne e stranieri e residenti al sud Italia. A peggiorare le cose è arrivata l’inflazione che colpisce molto più i poveri che i ricchi.
I giovani pagati meno costretti a casa dei genitori
La situazione è in via di peggioramento a causa dell’inflazione e del caro prezzi che colpisce duramente le famiglie a reddito più basso. Ci sono lavori di serie B in Italia che costringono i giovani, le donne, e i meridionali – e peggio quando si allineano tutte queste caratteristiche insieme – a restare a casa dei genitori perché impossibilitati dall’essere indipendenti. Deteniamo infatti un triste record in Europa, i giovani italiani sono quelli che escono più tardi di casa.
La pandemia e la guerra con le sue conseguenze non ha fatto altro che aumentare e acuire diseguaglianze che già dilaniavano il nostro paese. L’Italia è un paese che invecchia sempre di più e che non punta sui giovani e il quadro peggiora. Secondo l’Istat nel 2021 oltre 7 milioni di giovani fino a 34 anni vivono a casa dei genitori 9 punti in più rispetto al 2010. La ripresa dell’occupazione giovanile post covid in Italia è stata molto più debole di quanto sia stata nel resto d’Europa.