Federica Pellegrini ha deciso di entrare nella Fondazione Giulia Cecchettin per combattere la violenza di genere.
Federica Pellegrini, icona del nuoto italiano, ha deciso di impegnarsi attivamente nella lotta contro la violenza di genere, entrando a far parte della fondazione che porta il nome di Giulia Cecchettin.
Questa organizzazione, voluta dal padre della giovane Gino Cecchettin, è nata con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico e promuovere iniziative concrete contro il femminicidio.
L’ex atleta, come riportato da Leggo.it, ha accettato di entrare nel consiglio di amministrazione. Ecco le sue parole.
La decisione di Federica Pellegrini
“Temo di non scorgere nei ragazzi il germe della violenza, come è stato per Filippo Turetta“, ha dichiarato Federica Pellegrini. Durante la gravidanza, quando aspettava la sua prima figlia Matilde, la campionessa ha iniziato a riflettere intensamente.
Gli episodi di violenza di genere, come quello vissuto da Giulia Cecchettin, hanno fatto emergere nell’ex atleta una preoccupazione intima e profonda che va oltre il semplice impegno sociale.
Entrare a far parte della fondazione rappresenta: “Da un lato la violenza mi preoccupa, sì. Ma sono anche convinta che stiamo vivendo l’inizio di una rivoluzione delle donne in cui credo molto, una rivoluzione talmente potente che non si arresterà“.
La campionessa non vede questa sfida come una battaglia isolata, ma come parte di un movimento più ampio, di una “rivoluzione delle donne” che avrà impatti duraturi sulla società.
L’incontro con Gino Cecchettin
L’avvicinamento tra Federica Pellegrini e la Fondazione Giulia Cecchettin è avvenuto in maniera naturale e spontanea. Come raccontato dalla stessa nuotatrice, è stato lo stesso Gino Cecchettin a contattarla direttamente.
“Mi ha cercata Gino direttamente, senza intermediari – ha spiegato l’ex atleta e medaglia olimpica – e ne ha parlato, ho risposto subito si“.
Ha concluso: “Il femminicidio di Giulia mi aveva sconvolta anche per la crudeltà e lucidità con cui è stato commesso, in quel periodo poi ero al termine della mia gravidanza, pensavo quindi al futuro di mia figlia“.