La 23enne, amante del killer Alessandro Impagnatiello, era preoccupata per Giulia Tramontano perché non riusciva a contattarla.
La sera in cui è stata uccisa Giulia Tramontano, la 29enne incinta uccisa dal suo compagno Alessandro Impagnatiello a Senago (Milano), l’amante dell’uomo si è detta “preoccupata” in quanto non riusciva a contattare la donna. Inoltre, si era offerta di ospitarla durante il loro incontro chiarificatore al bar Armani di Milano, al quale avrebbe dovuto partecipare anche il 30enne.
L’amante di Impagnatiello preoccupata per Giulia
L’altra donna di Impagnatiello, una ragazza italo-inglese di 23 anni, aveva anche chiesto all’uomo che fine avesse fatto Giulia. La sera dell’incontro chiarificatore, il 27 maggio intorno alle 23.30, Alessandro risponde alla sua amante dicendo che la 29enne stava dormendo, e poi che “non era in casa in quanto avrebbe passato la notte da un’amica”.
“Gli ho chiesto di farmi vedere se effettivamente in casa non ci fosse Giulia e lui con il telefono ha ripreso solo la camera da letto e il soggiorno ove effettivamente non vi era la presenza di Giulia”, ha messo a verbale la donna.
I messaggi dal telefono di Giulia Tramontano
Proprio quel pomeriggio di sabato lei e Giulia si erano “confidate e abbiamo convenuto che Alessandro ci avesse mentito a entrambe”. Dopo che Giulia Tramontano era già morta, dal suo telefono erano stati inviati messaggi da Impagnatiello alla donna, con scritto “non sono stata pienamente sincera con te”, “io ti ringrazio ma lasciami in pace ora”, “ho le mie faccende a cui devo badare”.
La donna le aveva scritto alle 20:29 per chiederle se fosse “tutto ok”, e dopo le 22 le aveva mandato anche un altro messaggio con scritto: “Voglio sapere solo che stai bene”. La donna dichiara che la mattina successiva, di domenica, ha incontrato “Alessandro sul luogo di lavoro” e ha notato “fuoriuscire dallo zaino del lavoro” di lui “dei guanti in lattice di colore azzurro”.
In un altro messaggio inviato da Impagnatiello, fingendo di essere Giulia, aveva scritto “Voglio solo tornarmene a casa mia”, segnalando la falsa volontà della donna di tornare a casa sua, “evidentemente al fine di precostituire la giustificazione dell’allontanamento successivamente denunciato”.
La sera del 28 maggio la 23enne aveva persino deciso di contattare tramite Facebook la sorella di Giulia, Chiara Tramontano, raccontandole dell’incontro che le due avevano avuto e che Giulia poi “sarebbe tornata a casa per confrontarsi con Alessandro”. Le aveva anche parlato dei messaggi strani arrivati dal suo telefono la sera prima. La notte di sabato, la 23enne non fece entrare in casa il 30enne perché aveva “paura” e “non sapeva che fine avesse fatto Giulia e di cosa fosse capace lui”.