La giunta Anm a rischio scioglimento dopo le dimissioni Area e Unicost.
ROMA – Terremoto in vista per l’Associazione nazionale dei magistrati. Le dimissioni da parte delle correnti di Area e Unicost potrebbe portare allo scioglimento della giunta Anm.
La riunione è durata nove ore con il presidente Luca Poniz e il segretario Giuliano Caputo che hanno deciso di fare un passo indietro. I componenti del parlamentino si sono dati appuntamento a lunedì 25 maggio 2020 per cercare di nuovi equilibri e per ricompattare la Giunta.
Le intercettazioni pubblicate da ‘La Verità’ mettono a rischio la giunta Anm
La decisione di fare un passo indietro da parte della corrente Area e di quella Unicost è stata presa dopo la pubblicazione delle ultime intercettazione da parte de La Verità. Il quotidiano ha riportato dichiarazioni da parte dei giudici contro Matteo Salvini.
Tra i magistrati coinvolti in questa vicenda anche lo stesso Luca Palamara, ex presidente dell’Anm coinvolto in un’inchiesta che lo vede indagato per corruzione. Le dimissioni del presidente Luca Poniz e del segretario di Giuliano Caputo aprono le porte ad una nuova crisi nell’Associazione nazionale dei magistrati.
Prossimo vertice decisivo
La riunione di sabato 23 maggio 2020 è durata circa nove ore con il parlamentino che non ha trovato nessun accordo. All’interno della Giunta restano solo le correnti di Autonomia e Indipendenza che nelle prossime ore valuteranno la possibilità di proseguire con una nuova maggioranza.
Si tratta di un incarico ad interim con gli equilibri che dovranno traghettare fino alle nuove elezioni in programma a fine ottobre. La decisione definitiva sarà presa nel prossimo comitato direttivo centrale che è stato convocato per lunedì 25 maggio 2020. Possibili anche dei colloqui con il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che ricopre il ruolo di capo del Consiglio Superiore della Magistratura. Incarico che spetta al presidente della Repubblica.
Il ministro Bonafede: “Serve una risposta dello Stato”
Sui social il ministro Bonafede ha ribadito che “il terremoto che sta investendo la magistratura italiana impone una risposta tempestiva delle istituzioni. Ne va della credibilità della magistratura, a cui il nostro Stato di diritto non può rinunciare“.