Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, accusa Giorgia Meloni di seguire ciecamente le politiche di Donald Trump.
Conte attacca nuovamente Giorgia Meloni. Negli ultimi anni, la politica italiana si è trovata a navigare in un contesto internazionale sempre più complesso. Le relazioni con gli Stati Uniti, l’Europa e le altre potenze globali hanno richiesto scelte strategiche cruciali. Tuttavia, il dibattito su quale direzione debba prendere l’Italia rimane acceso, soprattutto alla luce delle tensioni geopolitiche e dei nuovi equilibri di potere.
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La posizione dell’Italia nel contesto internazionale
In questo scenario, il ruolo del governo italiano e della sua leadership è stato messo sotto esame. Le posizioni assunte da Giorgia Meloni in ambito internazionale hanno suscitato diverse reazioni, tra cui quella del leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, che ha espresso un giudizio netto sulle recenti scelte della premier.
Secondo Conte, l’Italia e l’Europa hanno mostrato una preoccupante incapacità di definire una strategia politica autonoma. Il leader pentastellato ritiene che questa mancanza abbia permesso agli Stati Uniti di assumere un ruolo dominante nelle decisioni politiche europee. Escludendo i paesi del Vecchio Continente dai processi decisionali chiave.
Nel corso di un’intervista rilasciata a La Stampa, Conte ha sottolineato il fallimento delle strategie adottate fino ad ora, criticando l’approccio militare alle crisi globali. In particolare, ha evidenziato come la guerra in Ucraina e altre tensioni internazionali avrebbero richiesto una risposta diplomatica più incisiva, piuttosto che un’escalation militare.
Le critiche dirette a Giorgia Meloni
L’affondo più duro di Conte è stato riservato direttamente a Giorgia Meloni. L’ex premier ha infatti dichiarato: «Meloni ha già scelto: farà la gregaria a vita, ieri di Biden che la baciava in fronte, oggi di Trump e Musk di cui fa la cheerleader». Un’accusa pesante, che dipinge la presidente del Consiglio come una figura politica priva di autonomia decisionale, relegata a un ruolo subalterno nelle dinamiche internazionali.
Conte ha poi rincarato la dose, criticando apertamente alcune scelte strategiche del governo Meloni: «Di qui il sostegno incondizionato a Netanyahu e lo strappo dell’accordo sulla Via della Seta con la Cina. Altro che “schiena dritta”, altro che “sovranismo”: siamo solo degli irrilevanti satelliti nella galassia di Washington».
L’ex presidente del Consiglio ha infine delineato una sua visione alternativa per la politica estera italiana, affermando che, se fosse stato al governo, avrebbe promosso «una grande iniziativa politica che rompa la tenaglia business-armi». Un modello che, secondo lui, avrebbe potuto portare l’Italia a un ruolo più centrale nei negoziati internazionali, piuttosto che relegarla a un ruolo di spettatrice passiva delle decisioni prese altrove.