Il ‘nuovo’ Giuseppe Conte è il primo avversario del sovranismo che pure aveva caratterizzato il governo Lega-Movimento Cinque Stelle.
Il nuovo Giuseppe Conte critica il sovranismo: inizia l’opera del moderatore. Sono ufficialmente iniziati i lavori del premier incaricato per la formazione del nuovo governo, che poco o nulla avrà a che fare con quello gialloverde.
La discontinuità richiesta da Zingaretti emerge con prepotenza nel discorso del premier incaricato dopo l’incontro con Mattarella. L’Avvocato non rinnega quanto fatto nei quattordici mesi alla guida dell’esecutivo Lega-Movimento 5 Stelle, ma ora la strada da percorrere è un’altra.
Conte alla guida di una ‘nuova Italia’
E sicuramente nella nuova Italia sembra esserci più Giuseppe Conte. Non tanto per le idee, quanto per il desiderio di rispettare le istituzioni, italiane e non.
Tralasciando le tante critiche fatte a Salvini nel famoso discorso al Senato, quello che il premier non ha mai sopportato del leader della Lega è la mancanza di riguardo per le regole. Il vicepremier leghista teneva sempre altissima l’asticella della tensione, con il piede sempre sulla soglia tra il rispetto del proprio ruolo e la pericolosa prevaricazione.
Giuseppe Conte contro il sovranismo: al Paese serve normalità e serve ritrovare il suo posto in Europa
Il nuovo Conte si propone di essere il normalizzatore dopo una breve stagione di caos, dove il dibattito e la passione politica hanno superato i limiti della civiltà coinvolgendo in maniera eccessiva e soprattutto nel peggior modo possibile anche la popolazione. Gli estremisti, di destra e di sinistra, hanno ripreso voce ma non per esprimere idee, ma per insultare e offendere. Ecco perché la nuova stagione politica sarà all’insegna della normalità.
Il cammino verso la normalità riguarderà anche e soprattutto l’inizio di nuovi e più cordiali rapporti con l’Europa. Giuseppe Conte vuole l’affermazione dell’Italia a livello internazionale, ma sa che i risultati si ottengono giocando a scacchi con i leader degli altri paesi. La strada da intraprendere è quella ostica della diplomazia, che negli ultimi quattordici mesi spesso è venuta meno. È storia recente il piccolo incidente diplomatico con la Francia che ha ritirato il suo ambasciatore a Roma, Una pagina non proprio onorevole nella storia del governo gialloverde (e del Paese)