Il leader pentastellato Giuseppe Conte ha ribadito la sua ferma posizione contro la corsa al riarmo del premier Draghi.
“E’ curiosa e davvero straordinaria la dovizia di particolari con cui ‘fonti di palazzo Chigi’ hanno ricostruito la spesa militare italiana. La stessa meticolosità andrebbe usata per dare notizia del previsto incremento delle spese militari per gli anni 2023 e 2024, che rappresentano il fulcro del confronto di questo giorni”. Questo è quanto si legge in una nota del Movimento 5 Stelle.
Il confronto, a livello di spese militari, tra il Governo Conte e il Governo Draghi, mostra la differenza di numeri tra le due leadership. Se con Conte la spesa militare è aumentata di circa 1 miliardo all’anno, con Draghi la spesa aumenterà di 6 miliardi all’anno, considerando l’attuale obiettivo del 2024. È pur vero che, con Conte, non vi era il clima politico ed economico attualmente presente, e Putin non aveva invaso l’Ucraina.
In ogni caso, un post su Facebook del leader dei 5 Stelle chiarisce l’opinione del M5S. “Questa è la posizione del M5S, questa è la posizione che guarda all’interesse del Paese e ai bisogni dei cittadini. Non intendiamo fare passi indietro”. Nel post ripreso da Conte, condiviso dal Movimento su Facebook, si spiega: “È impensabile una corsa al riarmo ora. È fuori dalla realtà pensare di aumentare di almeno 12/15 miliardi la nostra spesa militare in due anni”. E ancora: “l’impegno del 2% può essere centrato solo con una crescita di spesa progressiva, spalmata nei prossimi anni, ad esempio da qui a quantomeno il 2030″.
Le parole del ministro della Difesa
Il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini, ha commentato la situazione attuale legata alla spesa militare. “Francamente uscirei da un dibattito approssimativo su cifre e date. L’impegno assunto in sede Nato nel 2014 e riconfermato da tutti i Presidenti del Consiglio che si sono succeduti da allora prevedeva il raggiungimento del 2% del PIL per le spese della Difesa entro il 2024. Fin dal momento in cui ho assunto la guida di questo dicastero ed anche in questi giorni ho sempre indicato sia l’esigenza di rispettare l’obiettivo del 2%, sia la gradualità con cui raggiungerlo”.
Guerini ha inoltre aggiunto quanto segue. “Dal 2019 ad oggi abbiamo intrapreso una crescita graduale delle risorse sia sul bilancio ordinario che sugli investimenti, che ci consentirà, se anche le prossime leggi di bilancio lo confermeranno, di raggiungere la media di spesa dei Paesi dell’Unione Europea aderenti alla Nato e poi, entro il 2028, il raggiungimento dell’obiettivo del 2%”.