Giuseppe Conte: maschere e contraddizioni di un leader oramai “caduto”

Giuseppe Conte: maschere e contraddizioni di un leader oramai “caduto”

L’ascesa e le metamorfosi di Giuseppe Conte, tra ruoli istituzionali e tensioni populiste. Dal governo gialloverde al M5S.

Giuseppe Conte, ex presidente del Consiglio, incarna una figura politica tanto sfaccettata quanto contraddittoria. Durante il suo mandato, ha saputo trasformarsi e adattarsi a ruoli diversi, alternando le vesti di capo di governo moderato e responsabile a quelle di populista e combattente.

Questo dualismo emerge chiaramente nella sua gestione della crisi Covid-19, quando assunse il ruolo di statista e difensore della nazione, guadagnandosi consenso per la sua fermezza e decisioni.

Tuttavia, con il tempo, il lato più opportunistico di Conte ha iniziato a emergere, mettendo in luce i suoi cambiamenti di posizione, sempre mirati a mantenere saldo il suo consenso.

Giuseppe Conte

Il doppio volto di Giuseppe Conte: statista o populista?

Un esempio emblematico di questa metamorfosi è il suo appoggio al decreto Sicurezza firmato durante il governo con la Lega, poi definito un errore e persino osteggiato una volta formatosi l’alleanza con il PD.

Questo atteggiamento, con il quale Conte si è continuamente presentato come un “leader di tutti e di nessuno”, ha alimentato critiche sia all’interno del Movimento 5 Stelle sia tra gli alleati, minando la sua credibilità e creando una distanza tra lui e gli elettori.

Conte e il culto della personalità: un monumento in crisi?

Con il passare del tempo, l’immagine di Conte si è sempre più consolidata come quella di un leader che erige un monumento alla propria persona. Sembra quasi che l’ex premier abbia costruito la propria carriera politica su un culto della personalità: una struttura solida in apparenza, ma che mostra ora diverse crepe.

La sua figura si è spesso rivelata camaleontica, adattabile a qualsiasi contesto, ma la continua alternanza tra posizioni di “palazzo” e di “lotta” ha finito per logorare la sua immagine. Gli alleati politici e gli elettori non vedono più in lui un punto di riferimento stabile, ma piuttosto un politico che agisce secondo convenienza.

In particolare, la sua incapacità di prendere una posizione chiara su temi fondamentali, come la politica europea o l’autonomia delle regioni, ha portato molti a dubitare della sua coerenza. E nonostante la “maschera istituzionale” indossata con orgoglio durante la pandemia, quella stessa maschera sembra ora sbiadita e priva di impatto. Conte si presenta ancora come un “capo” del Movimento 5 Stelle, ma le sue scelte e dichiarazioni ambigue stanno alienando una parte consistente della base.

Conte è dunque un leader di “palazzo e lotta” che, nel tentativo di mantenere il consenso, ha rinunciato a una linea politica chiara e a un’identità forte. E ora, mentre tenta di affermarsi come figura di riferimento per il progressismo italiano, la sua credibilità è messa in discussione, rendendo il suo monumento sempre più fragile. Come riportato da corriere.it